Non posso paragonare il mio lavoro con quello di nessun altro. Non per arroganza o presunzione. Ricordo ogni momento di sacrificio e soddisfazione vissuto in questi anni. La spregiudicatezza, l’ambizione, la curiosità. il sospetto, lo sconforto, le delusioni. E’ però rimasto costante quel senso di “libertà”, di affrontare qualunque questione, fosse l’ultima per importanza, con lo stesso entusiasmo, la stessa passione. Magari è un’esagerazione pretendere delle sensazioni simili da “un lavoro”, ma per me è stato così. Mi ha consentito esperienze incredibili che raccontare potrebbe costituire un “best seller”.
Mi ha permesso di andare avanti, spesso da solo, ma costruendo una vita, a me ed i miei cari. Oggi dopo trent’anni di “battaglie” vedo nero: non per me. ma per chi mi seguirà.
Ripercorrerò quelle tappe con quel pizzico di incoscienza che mi ha caratterizzato, reso soddisfatto del “prodotto”. Felice di alzarmi la mattina all’alba per cominciare un nuovo giorno con la stessa emozione, la stessa aspettativa. Non riuscirei a “timbrare il cartellino”, contare i soldi in busta paga, attendere che “si faccia l’ora”, guardare il calendario per capire quale sarebbe il prossimo giorno di festa. Il fatto che ogni giorno rappresenti un’incognita mi ha reso “pronto a pensare”. Perché domani sarà diverso da oggi. Ed ora che potrei osservare, mi duole. Ringrazio Dio per l’anima che mi ha donato, sono un uomo fortunato. Qualsiasi cosa mi riservi il futuro, la mia natura, la mia abitudine, sarà cimentarmi.