Il latte nei prossimi tre mesi subirà di sicuro un aumento di prezzo che supererà il +5% sia in Europa sia in Italia. Ad avanzare simili previsioni è, in particolare, l’Osservatorio Internazionale Entegra, un’organizzazione per gli acquisti di gruppo alimentare al mondo che fa parte del francese Sodexo (gruppo operante nei servizi di ristorazione on-site per le aziende, le scuole e la sanità) e che vanta oltre 20 miliardi di euro di potere d’acquisto.
Gli aumenti sono dovuti al forte aumento dei costi energetici e quindi della logistica, quali conseguenza del conflitto russo-ucraino che sta di fatto sconvolgendo i prezzi in base alla loro disponibilità e alla possibilità di reperire le materie prime necessarie.
Tuttavia, tutto questo fa il paio con i bassi costi con cui viene pagato il latte, per cui da una parte c’è il primo filone della filiera – quello degli agricoltori e degli allevatori – che è colpito da prezzi sempre più bassi riconosciuti alla produzione del latte e, dall’altro lato, i forti costi e le forti tensioni inflazionistiche aumenteranno sul consumatore finale il costo del prodotto trasformato, cioè dei formaggi. Per cui si attendono aumenti pari al 10-15% per cento sulle tavole degli italiani.
Quindi, iispetto ai listini di aprile e maggio, considerato l’aumento del prezzo medio europeo e sulla base della condizione attuale dei prezzi, sono previsti aumenti che possono andare da un un minimo del 3% a un massimo del 15% per quanto riguarda il latte e i suoi derivati.
Ma non è tutto: secondo l’Osservatorio Internazionale Entegra, infatti, “aumenti importanti” si registreranno anche per taluni ortaggi e, su tutti, svettano le patate da industria anche in considerazione della minor disponibilità di questo prodotto, tanto che l’aumento potrebbe essere in questo caso persino superiore al 15% in Europa, dove il mercato che fa da riferimento è quello olandese. Diverso il discorso per le patate da tavola, il cui incremento di costo non dovrebbe andare oltre il 5% in Europa dove in questo caso il mercato che fa da riferimento è quello francese.
Nel frattempo un altro allarme riguarda il prezzo del latte ovino, perché con il prezzo record del Pecorino Romano Dop a 10,60 euro al Kg, il latte di pecora sarda potrebbe arrivare a raggiungere oltre 1,45 euro al litro, qualora venisse presa ad esempio la griglia, costruita un paio d’anni fa. Il comparto in Sardegna rappresenta 18.587 aziende e un patrimonio di 3.347.690 di capi ovicaprini (3.058.122 ovini e 289.568 caprini) che coinvolge in modo particolare le zone interne dell’Isola, quelle che sono attualmente a maggior rischio di spopolamento.
fonte agi.it