È stata definitivamente approvata la riforma della giustizia e del processo tributario avviata con la presentazione da parte del Governo di un disegno di legge, per iniziativa dei ministri dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, e della Giustizia, Marta Cartabia. Lo annunciano i due dicasteri con un comunicato congiunto.
La riforma, importante per le esigenze di cittadini e imprese, dà attuazione agli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, nel rispetto delle scadenze dallo stesso previste. Obiettivi, si legge nel comunicato, incentrati sul miglioramento della qualità delle sentenze tributarie e della riduzione del contenzioso in Corte di cassazione. Per raggiungerli, il legislatore ha puntato sulla revisione dell’ordinamento degli organi speciali di giustizia tributaria e sull’introduzione di istituti processuali volti non solo a ridurre il contenzioso esistente ma anche a incentivare l’uniformità dei giudizi in materie analoghe.
Tra le novità, l’introduzione di un ruolo autonomo e professionale della magistratura tributaria, con 576 giudici tributari reclutati tramite concorso per esami, mentre 100 degli attuali giudici togati, 50 provenienti dalla magistratura ordinaria e 50 dalle altre magistrature, potranno transitare definitivamente e a tempo pieno nella giurisdizione tributaria speciale.
Sul piano processuale, la riforma stabilisce che le controversie di modico valore devono essere assegnate a un giudice monocratico, che va incentivata la conciliazione giudiziale e definitivamente superato il divieto di prova testimoniale. In programma, inoltre, c’è il potenziamento del giudizio di legittimità, con la creazione, in Cassazione, di una sezione civile deputata esclusivamente alla trattazione delle controversie tributarie.
La definitiva professionalizzazione della magistratura tributaria comporta anche un rafforzamento dell’organo di autogoverno dei giudici tributari, presso il quale nasce l’ufficio ispettivo e l’ufficio del massimario nazionale, Nello stesso tempo, saranno rafforzate le strutture centrali e territoriali del Mef, le quali si occuperanno della gestione amministrativa delle nuove Corti tributarie.
La riforma rende la giustizia tributaria conforme ai principi del giusto processo e contribuisce a sostenere l’intero sistema Paese in termini di competitività e richiamo degli investitori esteri.
fonte fiscooggi.it