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03 DICEMBRE PARTITA NAPOLI - INTER (0 - 3)

Finisce male, malissimo, la sfida con l’Inter. Una sconfitta sicuramente eccessiva nell’esito numerico, che scuce definitivamente lo scudetto dalla maglia del Napoli. Il problema è nella sconfitta, nel numero dei gol subiti. Nelle conseguenze psicologiche che potrebbe avere. Per assurdo dal punto di vista del gioco c’è stato un netto miglioramento. Sconfitta meritata, lo ribadiamo. Ma il Napoli ha di che rammaricarsi. Sommer è stato autore di due interventi decisivi. Il primo dopo 90 secondo, su una fucilata di Elmas. Ancora più eclatante la parata del portiere nerazzurro su Kvara, ad inizio ripresa. Mettiamoci anche qualche dubbio su due episodi chiave. Il primo gol interista è stato viziato da un falletto di Lautaro su Lobotka. Nella ripresa, pochi istanti prima del miracolo di Sommer, c’era stato un mezzo fallo su Osimhen. Tutte e due le volte Massa ha lasciato correre, ed il Var non è intervenuto. Se Mazzarri sarà bravo a far capire ai suoi ragazzi che sono in crescita questa sconfitta, la quarta su 7 sfide al Maradona, non lascerà traccia. Altrimenti potrebbero essere dolori. Perché il Napoli ha perso? Al di là degli episodi l’Inter vista in campo, per l’intensità mostrata, sembrava il Napoli dello scorso anno. Andate a rivedere il secondo gol, quello di Barella. La cattiveria con la quale Lautaro ha recuperato la palla, mentre gli azzurri giochicchiavano per uscire dalla propria tre quarti, era tipica degli azzurri lo scorso anno. La differenza di intensità del pressing ha fatto la differenza. Adesso la Juve a Torino. Altra partita terribile. Vediamo cosa succederà. Vediamo, una volta scucito lo scudetto dal petto, quale sarà la reazione azzurra.

29 NOVEMBRE PARTITA ATALANTA - NAPOLI (4 - 2)

Il Napoli perde al Bernabeu col Real Madrid. Una sconfitta prevedibile, visto il valore dell’avversario. Però… Partiamo dal risultato. Il 4-2 è troppo penalizzante per i ragazzi di Mazzarri. Fino al 40esimo del secondo tempo si era sul 2-2. Con un Napoli che aveva sbagliato qualche occasione di troppo. A dire il vero anche i padroni di casa avevano fallito gol che sembravano facili. Diciamo che il pareggio fino a quel punto era giusto. Ai fini della qualificazione non sarebbe cambiato nulla perdere 3-2 invece che 4-2. La qualificazione resta alla portata della squadra azzurra. Il pari del Braga con l’Union Berlino fa si che adesso il Napoli passerà il turno anche perdendo con un solo gol di scarto. Cosa dire della partita? Il Napoli l’ha approcciata bene, trovando anche il gol del vantaggio con Simeone. Se vogliamo ha permesso ai padroni di casa di pareggiare immediatamente, dopo appena un minuto. Se fossero riusciti gli azzurri a gestire un po’ meglio l’immediato dopo-gol magari avremmo visto un’altra gara, coi padroni di casa sbilanciati. Ma conoscendo Ancelotti difficile prevedere un fatto del genere. Il Real è poi passato in vantaggio a metà del primo tempo. Ma il Napoli non si è disunito, trovando il pari ad inizio ripresa con Anguissa. E subito dopo ha avuto una clamorosa occasione sprecata da Kvara che ha sbagliato un semplice appoggio verso Osimhen. Preoccupante per il Napoli il calo nella parte finale della partita. Era successo nella ripresa anche a Bergamo. Evidentemente i problemi di preparazione permangono, ne’ era possibile pensare che fossero risolti in 15 giorni. Adesso il pensiero è all’Inter. Questa è una partita da vincere. A Madrid si poteva anche perdere, domenica sera al Maradona la vittoria è d’obbligo. Non sarà semplice, ma…

25 NOVEMBRE PARTITA ATALANTA - NAPOLI (1 - 2)

Parte bene la seconda avventura di Mazzarri sulla panchina del Napoli. Una vittoria pesantissima sul campo dell’Atalanta. Per il gioco magari c’è ancora da aspettare. La differenza con la gestione precedente è nella reattività dei giocatori. Il Napoli era partito benissimo, trovato un gol di Kvara, che arrivava poco dopo un altro gol annullato per un fuorigioco meno che millimetrico fischiato a Rrahmani. E prima della chiusura del tempo Zielinski aveva sbagliato un gol praticamente fatto. L’1-0 dopo i primi 45 minuti stava addirittura stretto agli azzurri. Nella ripresa le cose sono cambiate. Lo si è capito immediatamente. Con l’Atalanta pericolosa dopo trenta secondi, e capace di trovare il gol del pari con Lookman quasi subito. Il vecchio Napoli, quello targato Garcia, magari si sarebbe sfaldato. Il Napoli di Mazzarri ha resistito, trovando anche il gol con Elmas. Gol di Elmas, ma grande merito di Osimhen, entrato da poco, capace di dare un assist fenomenale. Osimhen ha cambiato il modo di giocare del Napoli. Che stava rinculando troppo, incapace di uscire come fatto nel primo tempo col palleggio. Osimhen ha dato profondità alla squadra, ha permesso di giocare anche palla lunga su di lui, facendo salire la squadra. Il gol della vittoria nasce da un errore di Carnesecchi che ha sbagliato un rinvio. Ma la presenza di Osimhen in area ha permesso la giocata vincente. Raspadori, per dirne una, è un buonissimo calciatore, ma non ha la capacità fisica di reggere il ruolo di punta centrale. Dopo il gol il Napoli ha giocato come mai quest’anno. Non il calcio brillante dello scorso anno. Ma gli azzurri ci hanno messo l’anima, non disdegnando di buttare il pallone lontano quando era il caso. La vittoria finale il giusto premio alla fine di una partita giocata bene nel primo tempo, coi denti nella ripresa. Quello che sin qui era mancato. Colpa di Garcia? No, di sicuro. Ma il francese per tutta evidenza non era riuscito a creare la giusta alchimia con la squadra. Mazzarri, per adesso almeno, ha invertito l’andazzo. Ed era quello che gli era stato chiestro.

12 NOVEMBRE PARTITA NAPOLI - EMPOLI (0 - 1)

Il Napoli lo scorso anno sostanzialmente vinse lo scudetto ai primi dicembre. Conoscendo il tradizionale equilibrio della Serie A un record. Quest’anno sta battendo un altro record: a metà novembre sembra essere scucito il tricolore. La sconfitta al Maradona contro l’Empoli è un de profundis sulle ambizioni tricolori. Più ancora della sconfitta a preoccupare dovrebbe essere la partita giocata. Garcia, qualcuno dice per assecondare un ordine di De Laurentiis, ha fatto un po’ di turnover. Togliendo per altro due giocatori indispensabili, Zielinski e Kvara, quando non hai in campo Osimhen. Ma non è una questione di formazione iniziale. Perché Elmas e Simeone sono più che sufficienti contro l’Empoli. Il Napoli ha completamente sbagliato l’approccio alla partita. Squadra lenta, capace di un possesso palla tanto lungo quanto improducente. Colpa dell’allenatore? Garcia ha sbagliato qualcosa anche in questa circostanza. Sta di fatto però che in campo vanno i calciatori. Ed è difficile immaginare che il tecnico abbia loro imposto questa lentezza. Poi quando le cose devono andare male ci si mette anche la sfortuna. Un minuto prima del gol empolese Kvara aveva avuto, casualmente, il pallone della vittoria. Ma Berisha era stato bravissimo. E non si trattava neanche della prima parata importante. Sul rovesciamento di fronte il gol che ha deciso la partita. Magari, chi può dirlo, è stato un colpo di fortuna. Avesse segnato Kvara, ed il Napoli avesse vinto, le cose sarebbe andate peggio. Gli azzurri hanno bisogno di una scossa forte per riprendersi. Il gol di Kovalenho magari servirà a questo. Magari porterà De Laurentiis a capire che sta sbagliando tutto, magari interverrà sul tecnico.

08 NOVEMBRE PARTITA NAPOLI - UNION BERLINO (1 - 1)

Il Napoli non riesce a superare l’Union Berlino. Nulla di compromesso per la qualificazione agli ottavi di finale. Resta però l’amaro in bocca dopo una partita giocata male, che il Napoli era riuscito anche a sbloccare con un gol fortunoso di Politano. Poi se si vede il gol del pari dei tedeschi ti rendi conto che certe cose non si fanno neanche nelle scuole calcio. Calcio d’angolo per gli azzurri, con tutti nell’area avversaria. Fosse stato in pieno recupero, con la squadra che aveva la necessità di trovare un gol ci può anche stare. Ma il Napoli era in vantaggio, una cosa assolutamente senza senso. Poi non c’è stato nulla da fare. Gli azzurri ci hanno provato, ma hanno collezionato solo calci d’angolo. Vere occasioni da rete neanche una. Qualche mischia in area, e poco più. L’Union Berlino porta a casa un punto, il primo in questa Champions. Per altro i tedeschi erano reduci da 12 sconfitte consecutive, tra Bundes e Champions. Cosa è successo a Raspadadori e compagni? La squadra senza Osimhen sin qui aveva quasi sempre vinto, tranne il pari col Milan. Ma aveva vinto senza mai incantare. Diciamo che non è un grande momento di forma. Stavolta ha dato anche l’impressione di essere un po’ arrogante, sicura di vincere in un modo o nell’altro. Il primo tempo è stato quasi stucchevole. Il gol di Politano sembrava aver indirizzato la vittoria verso il Vesuvio, alla fine ha fatto più male che bene. Perché ha fatto sì che si accentuasse la convinzione di vincere. E’ mancata la cattiveria che era stata l’arma dello scorso anno. Colpa di Garcia? Non diciamo eresie, basta vedere il gol preso stasera. I giocatori non ci stanno con la testa, la verità è questa.

04 NOVEMBRE PARTITA SALERNITANA - NAPOLI (0 - 2)

Vittoria doveva essere, vittoria è stata. Non è stato un bellissimo Napoli quello che ha vinto a Salerno. Il Napoli dello scorso anno avrebbe distrutto l’avversaria. Invece dopo aver sbloccato la partita subito con Raspadori, gli azzurri invece di provare a chiuderla si sono accomodati nella propria metà campo. Ha fatto un grande possesso di palla, lasciando nulla agli avversari. Meret mai impegnato seriamente. Verrebbe da dire mai impegnato e basta. Per contro i campioni d’Italia hanno avuto varie occasioni per chiudere la sfida, riuscendovi però solo a dieci minuti dalla fine con Elmas. Il che significa che contro una squadra molto modesta, come testimonia la classifica, il risultato è stato in bilico in pratica fino alla fine. Il che non è mai un fatto positivo. Vittoria doveva essere, vittoria è stata. Ma senza esaltare nessuno. Questo per chi vuol vedere il bicchiere mezzo vuoto. Ma c’è anche la possibilità di dare una interpretazione diversa. Il Napoli ha vinto senza mai rischiare nulla, e lo ha fatto senza sprecare energie fisiche o mentali. Ha vinto da grande squadra. E’ facile, si fa per dire, vincere giocando bene, sprecando energie. Solo le grandi squadre riescono a vincere senza scomporsi più di tanto. Per altro un derby, atipico per quanto di voglia, sentito da una sola parte, quella granata. Ma pur sempre contro una squadra motivatissima, spinta al massimo da una tifoseria molto calda. L’Arechi di qui in avanti sarà un campo ostico per tutti. Aver vinto senza la necessità di impegnarsi è segnale di grande squadra.

29 OTTOBRE PARTITA NAPOLI - MILAN (2 - 2)

La verità? Se il calcio fosse solo uno spettacolo Napoli-Milan sarebbe stata una grande partita. Intensa, con due squadre che fino all’ultimo hanno cercato la vittoria. Ma poiché nel calcio conta anche far giocare male gli avversari, Napoli-Milan è stata una gara diciamo così poco esaltante. Quattro gol, potevano essere anche di più. Ma i gol, almeno tre, sonito errori dei due portieri. Ha sbagliato Meret sul primo gol di Giraud, ha sbagliato Maignan sui due gol del Napoli. E poco ci è mancato che il portiere milanista non regalasse anche un terzo gol ai padroni di casa, perdendo un pallone stupido al centro dell’area. Diciamolo subito: ad inizio partita il Napoli non avrebbe mai firmato per un pari. Alla fine del primo tempo però il rischio era di rivedere lo stesso disastro dello scorso anno. Il pareggio alla fine è giusto, non fosse altro che per il fatto che entrambe le squadre hanno da recriminare. La partita è girata ad inizio ripresa, con tre sostituzioni fatte da Garcia. Sta di fatto che il tecnico partenopeo aveva sbagliato la formazione iniziale. Il calcio ha poche regole, una delle più note è che per giocare serve almeno una punta. Simeone ha toccato in tutta la ripresa un paio di palloni. Ma la sua presenza ha sistemato tatticamente la squadra. Altra cosa che non si è capita, la presenza di Elmas in un ruolo che assolutamente non è il suo. Gli altri due cambi sono stati quasi naturali. Mario Rui è parso in difficoltà, e Rrahmani non ha preso una volta Giraud. Un pari che sembra chiudere definitivamente il discorso scudetto. Ammesso che qualcuno ci credesse ancora. Però una reazione nella ripresa che fa sperare per il futuro.

24 OTTOBRE PARTITA UNION BERLIN - NAPOLI (0 - 1)

Diciassette anni non hanno cambiato le cose: il cielo resta azzurro sopra Berlino. Nello stadio in cui l’Italia di Cannavaro vinse il suo quarto mondiale, il Napoli vince una gara di grande importanza, ipotecando la qualificazione agli ottavi. Diciamolo subito: non è stato un bel Napoli, decisamente inferiore non solo a quello dello scorso anno, ma anche, per restare ai giorni nostri, ma anche a quello che sabato aveva sbancato Verona. Ma contro l’Union Berlino anche il Real Madrid aveva giocato male. I tedeschi, alla loro terza sconfitta in Champions, hanno pensato solo a correre, a impedire agli avversari di fare gioco. Il Napoli ha faticato e non poco, non ha mai rischiato, ma ha costruito davvero poco. Oltre al gol di Raspadori, imbeccato da Kvara, azioni pericolose non se ne sono viste. Ed anche il gioco non è stato quello solito, con possesso palla lento, che ha sofferto non poco la furia tedesca. Rispetto alla partita di Verona un passo indietro, anche se la squadra ha dato l’impressione di badare soprattutto a non rischiare. Al Bentegodi la vittoria è stata larga, e poteva esserlo anche di più. Ma nel finale troppe occasioni ai gialloblù. Stavolta invece i padroni di casa non hanno mai creato pericoli veri per Meret. La vittoria del Real Madrid a Braga è un regalo per gli azzurri. Ai quali adesso basterà vincere contro il Berlino tra 15 giorni, e poi non perdere contro i portoghesi. Garcia respira, adesso del trittico indicato da De Laurentiis nel quale il tecnico francese si gioca il suo futuro, resta solo la partita col Milan. La più difficile, pochi dubbi. Ma adesso c’è la possibilità di dare una scossa alla stagione.

21 OTTOBRE PARTITA VERONA - NAPOLI (1 - 3)

Vittoria doveva essere, vittoria è stata. Il Napoli soffre un paio di minuti ad inizio partita a Verona. Poi prende il controllo della partita, e non c’è più storia. Il 3-1 finale sta anche stretto alla squadra di Garcia, che ha avuto solo un piccolo calo dopo il gol del 3-0. Ma il Verona nonostante il gol, fortuito, non ha mai davvero messo in difficoltà la difesa azzurra. Vittoria doveva essere dopo le due settimane più folli della storia recente degli azzurri. Ha fatto tutto il presidente De Laurentiis. Con dichiarazioni per tanti versi sconcertanti. Salvo poi provare a dare la colpa ai giornalisti che mai come in questo caso non hanno fatto assolutamente nulla. Il tempo dirà poi se tutto questo è stato un errore, o l’inizio della svolta. Mancavano Osimhen e Anguissa. Garcia ha dato fiducia, a sorpresa, a Raspadori, e più logicamente a Cajuste. Quest’ultimo è stato autore di una prestazione di tutto rilievo, lontano parente del calciatore che alla prima di campionato fece maluccio a Frosinone. Raspadori, preferito a Simeone, ha fatto la sua parte, autore dell’assist per Politano che ha aperto la partita. Ma tutto il Napoli ha fatto bene, magari anche per la pochezza degli avversari. Il raddoppio di Kvara ha difatto chiuso la partita prima della fine del primo tempo. Bellissimo, sempre del georgiano, e sempre su assist di Politano, il terzo gol, un contropiede perfetto. Adesso sotto con l’Union Berlino, martedì il Napoli si gioca una carta importante in ottica qualificazione. E poi domenica c’è il Milan. Da vendicare lo 0-4 dello scorso campionato, e l’eliminazione in Champions. Ma è presto, adesso da festeggiare questa vittoria e preparare Berlino. Per il Milan c’è tempo.

08 OTTOBRE PARTITA NAPOLI - FIORENTINA (1 - 3)

Non è l’anno del Napoli, lo si era capito da tempo. Contro la Fiorentina la riprova. Ci sta che dopo uno scudetto sia difficile ripetersi. In Italia è quasi impossibile. In estate era necessario fare una rivoluzione, si è preferito mantenere la squadra campione. Stavolta è stata una resa quasi senza condizione. Contro la Lazio gli azzurri avevano fatto un eccellente primo tempo, per poi venire meno nella ripresa. Anche martedì contro il Real la partita era stata abbastanza equilibrata Stavolta il dominio della Viola è stato ininterrotto. Il 3-1 finale fotografa la partita, anzi magari è un po’ generoso con Osimhen e compagni. Il Napoli ha costruito una sola vera occasione, nei primi minuti, sprecata da Di Lorenzo. Poi ci sono state due occasioni per Osimhen. Sulla prima è arrivato il rigore, sulla seconda il centravanti nigeriano ha sprecato malamente. In entrambe le occasioni però erano stati clamorosi errori dei gigliati a lanciarlo. Il Napoli ha rischiato di passare in vantaggio, ma la sensazione era negativa al massimo. Per contro gli ospiti hanno costruito varie occasioni, nitide. La verità amara è che stavolta non c’è stato nessuno a meritare la sufficienza. A cominciare dal capitano Di Lorenzo, che dopo aver mancato la prima occasione si è fatto anticipare in occasione del primo gol viola. Anche Garcia, che magari è il meno responsabile, stavolta non ci ha capito nulla. Alla fine le ha provate tutte, mettendo dentro tutti gli attaccanti possibili. Ma togliendo Osimhen, il che francamente è inspiegabile.

03 OTTOBRE CHAMPIONS NAPOLI - REAL MADRID (2 - 3)

Alla fine il Napoli è costretto ad inchinarsi al Real Madrid. Un 3-2 finale che non pregiudica la qualificazione, anzi la vittoria del Braga a Berlino è un fatto positivo per gli azzurri. Sta di fatto che, nonostante il risultato sia stato deciso da un autogol sfortunato di Meret, si è avuta la dimostrazione di una inferiorità netta con la squadra di Ancelotti. Dire che il Napoli abbia giocato male non sarebbe corretto. Ma chi ha assistito alla partita non ha mai avuto la sensazione che Osimhen e soci potessero vincere. Magari il pari sarebbe stato il risultato più giusto, ma la superiorità degli spagnoli non è mai stata in discussione. E pensare che le cose si erano messe bene, con un gol di Ostigard in apertura. Ma anche prima del vantaggio azzurro la sensazione di una superiorità dei madridisti era stata evidente. Il pareggio, nato da un errore di Di Lorenzo, ed il gol del vantaggio ospite ci stavano tutto alla fine del primo tempo. Nella ripresa Garcia ha cambiato qualcosa. In parte si è rivisto lo spirito dello scorso anno, col Napoli che ha provato a pressare alto. Il pari su rigore, regolamento alla mano il rigore ci sta, ma francamente è parso eccessivo, ha dato ulteriore fiducia a Osimhen e soci. Ma di occasioni per fare il terzo gol non ce ne sono state. Lo sfortunato autogol di Meret ha dato la vittoria ai vice-campioni di Spagna. Ma ripetiamo il concetto: il pari sarebbe stato più giusto, anche se la superiorità dei blancos è parsa evidente. Almeno questa sera la differenza è parsa notevole.

30 SETTEMBRE PARTITA LECCE - NAPOLI (0 - 4)

Il Napoli non è come Paganini. A Lecce ha concesso il bis. Ci eravamo lasciato tre giorni prima con il poker all’Udinese, gli azzurri si sono ripetuti al Via del Mare. Quattro gol anche al Lecce, a conferma di una ritrovata condizione. Tutto facile, in apparenza almeno. La squadra di D’Aversa era la rivelazione del campionato. Un rullo compressore in casa, con 3 vittorie su 3 gare disputate. In settimana, per dirne una, aveva fatto vedere i sorci verdi alla Juve, che ha vinto con “aiutino”, ma che a tratti ha subito il gioco dei pugliesi. Pugliesi che hanno provato anche a mettere sotto gli azzurri. Ma si è capito subito che non ci sarebbe stata partita. Il gol di Ostigard al quarto d’ora ha fatto il resto, mettendo la sfida in discesa per i ragazzi di Garcia. Si trattava per il Napoli della quinta partita in 15 giorni, ma Garcia ha mescolato bene le carte, partendo senza Politano e Osimhen, e nella ripresa ha dato minuti di riposo anche a Kvara, Lobotka e Zielinski. Ha fatto impressione vedere soprattutto il nigeriano partire dalla panchina. Ma Osimhen, che immaginiamo essere “incazzato” con la società ha dato prova di grande professionalità. Quando ad inizio ripresa è entrato in campo per Simeone, ha impiegato una manciata di minuti per chiudere la partita. Poi non ha esultato, ma chi se ne frega, importante è che butti la palla dentro. Certo fa riflettere che ancora una volta ha lasciato ad un compagno di battere un calcio di rigore. Il Napoli sin qui ha avuto 5 tiri dal dischetto, il nigeriano ne ha calciati solo due, non è una cosa da bomber di razza.

27 SETTEMBRE PARTITA NAPOLI - UDINESE (4 - 1)

Una vittoria che vale più di tre punti, pochi dubbi. Che sia la partita della svolta è difficile dirlo adesso. Il Napoli ha giocato la migliore partita sin qui di questa stagione. Decisamente meglio anche della partita di Bologna, dove pure gli azzurri non avevano fatto male. Il tempo dirà se è stato un fatto occasionale, dovuto alla reazione nervosa di una squadra che era entrata nel mirino della critica. Magari però è solo frutto di una condizione che sta crescendo. O, perché no, che la squadra ha iniziato a capire cosa vuole Garcia. Probabilmente un cocktail delle tre cose. Un Napoli in cui tutti hanno giocato bene. Ma facciamo tre nomi. Il primo, facile, quello di Kvaratskeila. Il georgiano ha provocato il rigore che ha aperto la partita; ha segnato il terzo gol. E prima di uscire ha servito un assist delizioso a Simeone per il gol del 4-1. Nel mezzo di pali clamorosi. Il secondo nome quello di Natan. Perfetto. Adesso non vorremmo che qualche genio accusasse Garcia per non averlo utilizzato prima. Il centrale brasiliano non è Kim. Ha caratteristiche diverse, ma non è un bidone. Ma ci piace fare soprattutto un nome, quello di Zielinski. Si è preso la responsabilità di calciare un rigore con un pallone “medicinale”. Poi ha preso per mano la squadra, una prestazione straordinaria, anche in fase di non possesso. Il tempo ci dirà se, finalmente, è diventato il giocatore fenomenale che lascia intendere la sua tecnica. O se sarà un fuoco di paglia, e che tornerà al solito suo rendimento incostante.

24 SETTEMBRE PARTITA BOLOGNA - NAPOLI (0 - 0)

A Bologna arriva un Napoli che è l’ombra dello squadrone dello scorso anno. La vittoria in Portogallo nella prima di Champions ben lungi da gasare l’ambiente, ha evidenziato fosche nubi sulla squadra. E’ un Napoli che conclude poco, anche quando domina il campo. E dopo aver trovato il gol, come col Sassuolo, si rintana in difesa. Alla fine la vittoria è arrivata, ma dopo il pari del Braga, c’è voluto un clamoroso autogol dei padroni di casa, ed un palo nel finale per dare i 3 punti alla squadra di Garcia. Vittoria meritata, nel complesso. Ma quanti dubbi. A Bologna in verità il Napoli ha giocato la migliore partita stagionale. Sin qui era stato un progressivo regresso, sempre peggio. Dalla discreta prestazione di Frosinone, alla pessima in Portogallo. Stavolta il Napoli ha tenuto il campo per tutta la partita. Ha costruito abbastanza palle gol, alcune clamorose come quella del palo di Osimhen, con Kvara incapace di ribadire in porta da un metro, anche se non era semplice. Addirittura un calcio di rigore nella ripresa, ma Osimhen lo ha fallito. Insomma tanto Napoli, non come lo scorso anno, ma decisamente meglio delle precedenti uscite. Per contro il Bologna ha calciato verso Mereto in una sola circostanza. Alla fine però si è parlato solo della delusione di Kvara e Osimhen che al momento della sostituzione hanno avuto gesti poco carini verso Garcia. In verità se i problemi del Napoli fossero solo questi… non ci sarebbero problemi. Di positivo c’è stata la prestazione. E questo è un bel segnale.

16 SETTEMBRE PARTITA GENOA - NAPOLI (2 - 2)

Lo scorso anno il Napoli ha perso 4 volte in campionato. Dopo ogni sconfitta ha immediatamente rialzato la testa, vincendo la partita successiva. Era lecito attendersi una cosa del genere anche stavolta, per di più contro il Genoa, un avversario non certo all’altezza dei campioni d’Italia. E’ mancato davvero poco invece ad una seconda sconfitta consecutiva. Gli azzurri hanno giocato una partita sconclusionata. Incapaci di creare occasioni da rete, per di più i Grifoni, che man man hanno preso coraggio, hanno avuto l’occasione in più circostanze di impensierire Meret. Il primo gol dei rossoblù arriva su angolo, con la difesa azzurra completamente svampita. Il gol è di Bani, che per ultimo uccella Juan Jesus ha guardato solo il pallone, non seguendo il suo avversario che ha avuto la possibilità di battere di testa da pochi passi. Il secondo gol, se vogliamo, ancora più assurdo. Ancora un angolo, 7 giocatori del Napoli a controllare 3 rossoblù. Ma Ostigard ha ostacolato Meret, più che aiutarlo, e sulla respinta, corta, del portiere friulano,  Strootman la rimette dentro e trova Retegui che indistrubato la mette dentro. Il Napoli non reagisce. Alla mezz’ora sembra tutto finito. Ma poi Raspodori, in campo da pochi minuti, trova un gran tiro che riapre la partita. E Politano, imbeccato da Zielinski 10 minuti dopo trova il gol del pari. Mancano ancora una decina di minuti, recupero compreso. Il Genoa è terrorizzato, ma il Napoli non osa. Quando Garcia al minuto 89 cambia Kvara con Zerbin il segnale è chiaro a tutti.

02 SETTEMBRE PARTITA NAPOLI - LAZIO (1 - 2)

Se col Sassuolo era arrivata la seconda vittoria stagionale, che aveva cancellato qualche piccolo campanello di allarme, col la Lazio è arrivata la prima sconfitta. Sconfitta che ripete quella della scorsa stagione. Ma con tante differenze. La scorsa primavera il Napoli aveva praticamente già vinto il campionato. Sarri venne a Napoli abiurando il suo sistema di gioco. Vinse raccogliendo il massimo da un gol di Vecino, dopo che gli azzurri avevano dominato in lungo e largo. Stavolta le cose sono andate in modo diverso. La Lazio ha ripetuto il catenaccio dello scorso anno, trovando il gol del vantaggio alla prima puntata in area azzurra. Prima del gol di Luis Alberto era stato Provedel, il portiere biancoceleste, protagonista su Kvara. Si era alla mezz’ora del primo tempo. Il Napoli ha impiegato due minuti per trovare il pari, con un tiro di Zielinski deviato da Romagnoli. Col senno del poi possiamo dire che questo gol ha fatto più male che bene agli azzurri. Che sino a quel momento avevano dominato. Il pari immediato magari ha fatto abbassare l’attenzione. Nella ripresa il Napoli ha avuto un’altra occasione con Zielinski. Poi è calato il buio più totale. Kamada al minuto 52 ha riportato la squadra di Sarri in vantaggio. Azione bella, senza però alcuna opposizione della difesa azzurra. E stavolta non c’è stata reazione. Alla Lazio sono stati annullati dal Var due gol per fuorigioco. Il Napoli non ha mai centrato lo specchio della porta. Male, molto male. Persa la vetta dopo un anno.

27 AGOSTO PARTITA NAPOLI - SASSUOLO (2 - 0)

Dopo il Frosinone nuova vittoria per gli azzurri, stavolta in casa contro il Sassuolo. Anche in questo caso vittoria largamente annunciata. Il Sassuolo anche in questo mercato ha perso un pezzo pregiato. Per di più al Maradona si è presentato privo del suo pezzo forte, Berardi. Per il Napoli la partita si è messa subito in discesa grazie ad un calcio di rigore trasformato da Osimhen: per il nigeriano, capocannoniere della scorsa stagione 3 gol in poco più di 100 minuti. Sembrava l’inizio di una goleada. Nelle ultime due stagioni a Fuorigrotta è finita sempre con larghissime vittorie azzurre. 6-0 il primo anno con Spalletti in panchina, 4-0 lo scorso anno. Ma qualcosa è cambiato. Il Napoli di Spalletti dopo aver segnato il primo gol non ha mai pensato di rallentare il suo gioco. Lo scorso anno si fermò solo sul 3-0, prima di arrotondare nella ripresa. Si vede che Garcia sta cercando di cambiare qualcosina. Ed ecco che la squadra dopo essere passata in vantaggio ha smesso di attaccare in modo massiccio, pensando ad amministrare la partita. Il Sassuolo, che sembrava votato al martirio, poco alla volta ha preso coraggio. A dire il vero non ha mai creato pericoli per la porta di Meret. Ma ci ha provato. Riuscendo per altro a rimanere in partita, cosa che non era riuscita nelle ultime uscite al Maradona. Ad inizio ripresa l’espulsione di Lopez ha chiuso ogni discorso. Prima ancora del gol di Di Lorenzo. Il gol del capitano arriva su un delizioso assist di Kvaratskeila, un paio di minuti dopo l’ingresso in campo del georgiano.

19 AGOSTO PARTITA FROSINONE - NAPOLI (1 - 3)

Buona la prima. Il Napoli con lo scudetto sul petto riparte da una vittoria in trasferta. Vittoria largamente attesa alla vigilia, vista la differenza dei valori tra le due squadre. Ma nel calcio mai dare nulla per scontato. Esattamente come lo scorso anno gli azzurri iniziano la stagione subendo un gol. A Verona lo scorso anno fu a seguito di un calcio d’angolo. Stavolta su un calcio di rigore, per altro molto dubbio. A Verona ci pensarono Kvara, Osimhen a capovolgere il risultato nel primo tempo, salvo poi ad inizio ripresa subire il gol del pareggio, cui posero rimedio Zielinski prima e Lobotka dopo. Stavolta il risultato è stato ribaltato da Politano e Osimhen, prima che il nigeriano chiudesse il conto. Nel frattempo il Frosinone aveva colpito un palo su calcio di punizione. Tutto sommato una vittoria meritata, ma la differenza dei valori in campo era troppo evidente. Garcia ha cambiato poco o nulla la formazione dello scorso anno. Dei nuovi arrivati il solo Cajuste è in campo dal primo minuto, al posto di Anguissa, non al top della condizione dopo un problema muscolare. Poi c’è Juan Jesus per Kim. Cajuste ha avuto un debutto choc, causando il rigore del vantaggio ciociaro (anche se il rigore probabilmente non c’era), poi ha rimediato un’ammonizione. Garcia lo ha sostituito alla fine del primo tempo. Raspadori al posto di Kvara, cambio dovuto al fatto che il georgiano non fosse al top: l’anno scorso Spalletti preferiva Elmas. E’ presto per esprimere giudizi. Se il buon giorno si vede dal mattino è un bel segnale.

COMMENTI PARTITE BASKET

02 DICEMBRE PARTITA PISTOIA - NAPOLI (81 - 76)

Il sogno di restare, sia pure per una sola notte, soli in testa alla classifica ha un brusco risveglio per i ragazzi del Napoli Basket. Si interrompe la striscia positiva di quattro vittorie la Generazione Vincente Napoli Basket, che esce sconfitta dal PalaCarrara nell’anticipo della decima giornata del campionato di serie A. La neo promossa Estra Pistoia si impone con il finale di 81-76 al termine di una partita giocata sottotono dalla squadra di Coach Milicic. Parte molto bene la Generazione Vincente Napoli Basket con un ispirato Ennis che realizza subito sei punti. Reagisce la Estra Pistoia che, sempre sotto nel punteggio, effettua il sorpasso a due minuti dal termine del primo quarto, ma l’ingresso di Lever, con 5 punti realizzati nel finale, consente alla Gevi Napoli di chiudere il primo tempo in vantaggio di due punti. Lever ancora illuminato apre la seconda frazione con una bomba. Allunga all’inizio della seconda frazione di gioco la Gevi Napoli che arriva anche a più 8 con Lever ispiratissimo. Ma Pistoia non demorde ritrovando il tiro da tre, che gli consente di  accorciare le distanze fino ad arrivare un solo punto di svantaggio all’intervallo lungo. Nel terzo quarto Pistoia resta attaccata in partita, ed effettuata un altro sorpasso portandosi a più 4. Nella Generazione Vincente Napoli Basket si scatena letteralmente Owens che riporta avanti di 8 lunghezze la squadra di Milicic. Un canestro quasi da metà campo realizzato da Della Rosa sulla sirena fa chiudere la terza frazione con la Gevi Napoli avanti di 5 punti. La gara si decide nell’ultima frazione di gioco. Lo scatenato Della Rosa trova altre due bombe pesantissime. Pullen replica, ma poi la Gevi Napoli perde lucidità al tiro, e Pistoia allunga a più 10. Nel finale gli azzurri provano la clamorosa rimonta, ma l’Estra Pistoia difende il suo vantaggio e porta la vittoria a casa. Tabellino:
Pullen 12, Zubcic 12, Ennis 10, De Nicolao, Jaworski 4, Owens 19, Sokolowski 7, Ebeling n.e., Lever 12, Mabor n.e, Bamba n.e. Sinagra n.e.

26 NOVEMBRE PARTITA NAPOLI - CREMONA (80 - 70)

All’inizio stagione qualcuno pensava che la Gevi Napoli potesse essere competitiva ai massimi livelli. Ma onestamente era difficile anche solo sognare quello che sta accadendo. Quarta vittoria consecutiva per la Generazione Vincente Napoli che supera alla fine di una partita sofferta la Vanoli Basket Cremona con il punteggio di 80-70, ed approfittando della concomitante sconfitta della Virtus Segafredo Bologna, si porta in testa alla classifica della Serie A in condominio con Bologna, Venezia e Brescia. Magari la cosa, speriamo di no, durerà lo spazio di una settimana, in ogni caso la classifica dopo 9 giornata dice che i napoletani sono in testa, sia pure in condominio con altre tre squadre. Non è stata una partita semplice, risolta solo nel quarto tempo. Parte molto bene la Vanoli che approfittando di alcuni insoliti errori di precisione degli azzurri chiude il primo quarto avanti di 6 lunghezze 12-18. Non cambia la scena all’inizio della seconda frazione dove Cremona arriva anche a più 11. Solo nel finale la squadra di Milicic si risveglia, e con le bombe di Sokolowski e Pullen rientra in partita con un parziale di 10 a 0 che consente agli azzurri di andare all’intervallo lungo avanti di un punto grazie alla bomba di Jaworski sulla sirena. Ancora molto equilibrio nel terzo quarto con la squadra di Milicic che allunga a più 8, ma viene prontamente ripresa da un’indomita Cremona. La partita si decide nell’ultima frazione di gioco dove Pullen e Zubcic, insieme all’ispirato Sokolowski, allungano decisamente e chiudono la partita avanti di 10 lunghezze per la gioia dei quattromila del Fruit Village Arena Palabarbuto Tabellino Gevi Napoli Basket
Pullen 24, Zubcic 23, Owens 6, Sokolowski 9, Ennis 10, Lever 4, De Nicolao 2, Mabor, Ebeling n.e, Jaworski 8, Saccoccia n.e, Bamba n.e.

19 NOVEMBRE PARTITA TREVISO - NAPOLI (76 - 79)

Splendida e sofferta affermazione della Generazione Vincente Napoli Basket nella ottava giornata di Serie A. La squadra di coach Milicic vince la terza gara consecutiva in campionato superando in trasferta la Nutribullet Treviso. La Generazione Vincente Napoli Basket raccoglie così la sesta vittoria in campionato, raggiungendo quota 12 punti in classifica. Una partita resa difficile da un terzo tempo choc, ma che alla fine premia la squadra migliore. Parte molto bene la Nutribullet Treviso che piazza un parziale di 6-0. Sono di Sokolowski i primi punti della Gevi Napoli dopo due minuti di gioco. Si scaldano Lever, Zubcic e Pullen che confezionano per la Gevi Napoli un clamoroso parziale di 20-4, e consentono agli azzurri di chiudere avanti il primo quarto di 10 lunghezze. Nel secondo tempo gli azzurri con la sapiente regia di Ennis, con un ispirato Pullen, e con un solido Sokolowski mantengono il vantaggio quasi inalterato e vanno all’intervallo lungo avanti di nove punti. Nella terza frazione di gioco la Gevi Napoli ha un vero e proprio black out. La Nutribullet Treviso ritrova fiducia e coraggio, e chiude avanti di 5 punti, con un clamoroso parziale di 28-14. Grande reazione della Gevi Napoli nell’ultimo quarto. Gli azzurri tornano a difendere forte, ritrovano il tiro da tre con Jaworski e Pullen, ed Owens, nonostante i quattro falli, segna punti pesantissimi. La bomba di Zubcic nel finale, ed i liberi decisivi di Pullen, regalano alla Generazione Vincente la sesta vittoria in campionato anche per la gioia dei tifosi presenti al PalaVerde di Treviso. Tabellino: Pullen 19, Zubcic 18, Ennis 10, De Nicolao, Jaworski 8, Owens 6, Sokolowski 11, Ebeling, Lever 7

11 NOVEMBRE PARTITA NAPOLI - VARESE (97 - 96)

Vince la Gevi contro Varese. Una vittoria meritata, ma terribilmente faticata. Alla fine un solo punto divide le due rivali, il che la dice lunga sull’equilibrio della partita. Decisivo Puellen autore di ben 33 punti. Determinanti i suoi canestri nel quarto tempo. La squadra di coach Milicic vince la quinta gara della stagione superando la Pallacanestro Varese, e raggiunge quota 10 punti in classifica. Parte molto bene la squadra di coach Milicic che nei primi minuti piazza un break 8-0. Rientra Varese, ma nel finale del primo quarto gli azzurri chiudono in vantaggio di 4 punti 22-18. Accelera nel secondo tempo la Gevi Napoli Basket che piazza un parziale importante con Owens e Zubcic andando avanti più 8. Ma non demorde Varese che accorcia decisamente lo svantaggio, effettua il sorpasso, ed ispirata nel tiro da tre, va all'intervallo lungo in vantaggio di 4 punti. La partita resta in equilibrio nella terza frazione chiusa con Varese ancora avanti di tre punti. La svolta nell'ultimo e decisivo quarto con Pullen letteralmente scatenato che infila tre bombe consecutive effettuando il sorpasso, e portando avanti la Gevi Napoli di 8 lunghezze. Varese non si arrende, ma i canestri decisivi ancora di uno scatenato Pullen miglior realizzatore con 33 punti regalano agli azzurri una importante vittoria. Questo il tabellino della squadra partenopea: Pullen 33, Zubcic 24, Owens 15, Sokolowski 12, Ennis 7, Lever 4, De Nicolao 2.

04 NOVEMBRE PARTITA PESARO - NAPOLI (77 - 97)

Pesaro non è Bologna, e la Gevi Napoli Basket riprende il suo cammino vincente: 20 punti di scarto, 97-77 il finale. E’ la quarta vittoria in sei partite per la squadra napoletana. Che dimentica in fretta la sconfitta con la Segafredo, e torna a vincere. Vince quasi in scioltezza una gara tutt’altro che semplice. A parte la grande tradizione del basket a Pesaro, Jaworski e compagni dovevano dare una risposta importante sul carattere del gruppo. Risposta esaltante. Parte molto bene la Gevi Napoli che non sbaglia nulla nei primi minuti portandosi avanti 15-8. Un black out degli azzurri nel finale del primo quarto, con un parziale subito di 17-4, consente a Pesaro di chiudere avanti di 5 punti il primo tempo. Letteralmente trasformata la Gevi Napoli Basket nel secondo periodo che piazza un clamoroso parziale di 17-0 con Jaworski e Owens molto ispirati, e va all'intervallo lungo in vantaggio di 10 punti. Si è in pratica ripetuto quanto accaduto lunedì, quando Bologna vinse la sua partita con un pazzesco secondo quarto. Stavolta però è stata Napoli a fare la parte del leone. Nella terza frazione di gioco, dopo un tentativo di rientro di Pesaro, ci pensano ancora le bombe di Jaworski e Zubcic, e le penetrazioni di Ennis e Pullen a consentire alla Gevi Napoli di chiudere avanti di 16 punti il terzo tempo. Nell'ultimo quarto la formazione di Milicic continua a dare spettacolo con la migliore prestazione stagionale di Jaworski, e dilaga chiudendo vittoriosamente la gara con 20 punti di vantaggio. Tabellino: Jaworski 25, Owens 16, Zubcic 15, Ennis 13, Pullen 13, Sokolowski 11, Lever 2, Biar 2, De Nicolao, Sinagra, Bamba, Ebeling.

30 OTTOBRE PARTITA NAPOLI - BOLOGNA (75 - 88)

La Gevi Basket Napoli crolla in casa contro la Segafredo Bologna. Squadra, quella emiliana, decisamente superiore al Brindisi battuto la settima scorsa. Una partita che è durata meno di un tempo e mezzo. Il tempo per gli ospiti, nel secondo quarto, di dilagare. La partita si è decisa in questo frangente. Il primo quarto si era chiuso con gli ospiti avanti di un punto, 23 a 22. Un equilibrio evidente. Ma i più attenti avevano già capito come stavano le cose. Perché se è vero come è vero che il punteggio era in equilibrio, non possiamo dimenticare che Napoli era partita benissimo, arrivando ad avere anche un vantaggio di 7 punti. Ma da quel momento in poi non c’è stata più partita. Napoli, che nel primo quarto aveva segnato 22 punti, nei successivi dieci minuti di punti ne ha segnati appena 6, laddove Bologna ha segnato anche in questo tempo 23 punti. Chiaro che i felsinei hanno difeso bene, ma è altrettanto chiaro che Napoli ha attaccato malissimo. Poi le cose sono tornate alla normalità. Nel terzo tempo il parziale è stato ancora favorevole al Bologna, ma di appena un punto. Nel quarto ed ultimo tempo, a risultato sostanzialmente deciso, la Gevi ha fatto molto meglio, 27-21. Bologna mantiene la testa della classifica a punteggio pieno. Ha dimostrato di essere superiore. Certo resta particolare che la Gevi abbia sbagliato completamente un quarto: 22-23, 6-23, 20-21, 27-21, questi i parziali. Se non ci fesse stata la disfatta del secondo quarto Napoli avrebbe vinto. Ovviamente non è così: la Segafredo ha mollato la presa dopo aver messo un distacco siderale. Fosse stato necessario avrebbe giocato meglio a seconda metà della partita. Ma resta un mistero il crollo in quei dieci minuti.

22 OTTOBRE PARTITA NAPOLI - BRINDISI (90 - 71)

Vince in scioltezza la Gevi contro Brindisi. Una gara delicata dopo la prima sconfitta a Brescia. E’ vero che contro i partenopei c’era una squadra che sin qui ha sempre perso. In ogni caso si trattava di una gara delicata. E si è visto subito. Nella primissima azione della gara, una trentina di secondi, ci sono state addirittura 4 conclusioni a canestro, tutte dall’arco dei tre punti. Tutte conclusioni sbagliate, il segno di un evidente nervosismo. In verità poi è bastata metà del primo quarto per mettere le cose a posto. Decisive un paio di giocate difensive di Owens, una stoppata ed uno sfondamento provocato. La Gevi, grazie anche ad uno straordinario Zubcic, che ha messo a segno 11 punti dei primi 16 della squadra, ha preso in mano la partita, mollando solo un po’ nell’ultimo quarto. Ma la gara era già finita da tempo, coi tifosi pugliesi che hanno ammainato le bandiere e lasciato gli spalti poco dopo metà gara. 21-14 il parziale alla fine dei primi dieci minuti di partita. Nel secondo quarto la Gevi dilaga. . Sale in cattedra Ennis che con 6 punti e la sua regia consente alla Gevi Napoli di andare all'intervallo lungo di più 18, 47 a 29 il parziale all’intervallo. Gara chiusa, ammesso che sia sta mai in discussione. A metà del terzo tempo la squadra di coach Milicic sfonda addirittura il muro dei trenta punti. Per poi tirare un po’ i remi in barca. Spazio alle seconde linee, soprattutto è venuta meno la fame iniziale che aveva annientato i pugliesi. Il terzo parziale si è chiuso sul parziale di 72 a 45. Nel quarto finale ulteriore calo di concentrazione, ma la vittoria non è mai stata in discussione, Il finale, 90 a 71. Questo il tabellino: Pullen 11, Zubcic 24, Ennis 13, De Nicolao 5, Jaworski 9, Owens 4, Sokolowski 12, Ebeling, Lever 11, Mabor, Bamba, Saccoccia 1.