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17 MAGGIO PARTITA FIORENTINA - NAPOLI (2 - 2)

Novanta minuti, diciamo 95, recupero compreso, e sarà finita la stagione più balorda degli azzurri. A Firenze è stata probabilmente messa la parola fine alle speranze europee. La matematica dà ancora qualche tenue speranza, ma chi di speranze vive notoriamente muore disperato… Cosa dire di una partita come questa di Firenze? Il Napoli avrebbe tutto sommato meritato la vittoria. Invece ha rischiato di perderla. Dopo il vantaggio iniziale di Rrahmani, ci si è esso di mezzo l’arbitro Marchetti. Peggiore in campo, per distacco. Alla fine l’ha salvato il Var dopo che lui aveva concesso un rigore assurdo ai viola. Marchetti ha iniziato il suo show trenta secondi prima del pari viola. Un fallo netto, diciamo anche da giallo di Dodò su Kvara non è stato fischiato dal mediocre fischietto di Ostia. Purtroppo per il Napoli il gol è arrivato su punizione, quindi il Var non è potuto intervenire. Poi la solita follia della difesa azzurra. Un inutile fraseggio al limite dell’area di rigore ha portato Politano a servire Nzola, e i viola hanno chiuso il primo tempo in vantaggio. Il pari è arrivato prima del quarto d’ora con una punizione di Kvaratskeila. C’era il tempo per vincerla. Non sono neanche mancate le occasioni, con un palo di Politano che grida vendetta. Ma quando non è anno… Adesso il Napoli per arrivare a giocare la Conferene League deve battere il Lecce, sperare che la Fiorentina perda a Cagliari ed il recupero con l’Atalanta. E che il Toro non faccia bottino pieno. Una cosa sulla carta non impossibile. Ma visto che non è anno…

11 MAGGIO PARTITA NAPOLI - BOLOGNA (0 - 2)

La partita contro il Bologna, ove mai ve ne fosse bisogno, ha spiegato i perché di una stagione disastrosa. La vittoria dei felsinei, meritata, è arrivata nel modo più semplice. Due gol in meno di un quarto d’ora, gol simili, di testa. Gol figli di una approssimazione difensiva, di un pizzico di sfortuna. Soprattutto di un approccio sbagliato. Il Napoli all’inizio semplicemente non era in campo. Poi lentamente la partita è iniziata anche per gli azzurri. Che dopo il primo quarto d’ora di assenza ha iniziato a giochicchiare. Contro un Bologna che è in grandi condizioni mentali, che gioca bene, che copre bene il campo. La ciliegina sulla torta il rigore sbagliato, il quarto su dieci avuti sin qui in campionato. Da Politano un’esecuzione centrale, lenta. Magari Ravaglia il portiere felsineo è stato anche bravo, furbo ad avanzare, avendo l’attenzione di tenere un piede fino all’ultimo sulla linea. Sta di fatto che un rigore del genere non ha senso. Dal dischetto o tiri forte, o tiri angolato. Politano non ha fatto nulla di tutto questo. La partita in pratica è finita qui. Eravamo al 21esimo del primo tempo, ma il Napoli ha smesso di crederci. La morale della storia è che gli azzurri hanno, dopo 36 partite, la miseria di 51 punti. Lo scorso anno ne avevano 50 alla fine del girone di andata. Il tutto con una squadra quasi identica. Ora se sei scarso non potrai mai giocare bene, se sei forte puoi anche giocare male. Questo per dire che la squadra è forte, ma per un cumulo di circostanze, abbastanza prevedibili, quest’anno ha sbagliato tutto. Per fortuna è quasi finita. Due partite anche e lo strazio sarà terminato. L’anno prossimo sarà un’altra storia.

6 MAGGIO PARTITA UDINESE - NAPOLI (1 - 1)

Coraggio, altre 3 partite e questo campionato sarà finito. Il Napoli riesce nell’impresa di non vincere a Udine, contro una squadra incapace di fare qualunque cosa. Primo tempo orribile, senza nessun tiro nello specchio della porta da parte delle due squadre. Ripresa appena più decente. Il Napoli accelera un po’, neanche tanto ad essere sinceri. Trova un paio di occasioni, e passa in vantaggio Gol di Osimhen, al primo cross decente che arriva dalle sue parti. Prima o poi qualcuno di spiegherà come mai avendo il miglior colpitore di testa della serie A gli azzurri non crossano mai. Ma questo ad essere sinceri valeva anche lo scorso anno. Sembrava chiusa la partita. Ma il Napoli improvvisamente ha smesso di giocare, o per meglio dire, giochicchiare. E l’Udinese con la forza della disperazione si è fatta avanti. Continuando per altro a non tirare mai in porta. Al punto che l’unico intervento serio, dopo il vantaggio azzurro, Meret ha dovuto farlo su Samardzic, ma era un tiro sporco, direttamente da calcio d’angolo. Gli azzurri avevano tantissimo spazio in contropiede, ma solo in un paio di circostanze hanno provato ad affondare. Trovando anche il raddoppio con Osimhen, purtroppo pizzicato dal VAR in fuorigioco millimetrico. La partita sembrava destinata a finire così, 1-0 per la squadra di Calzona. Ma si sa che quando è un anno no alla fine paghi sempre. Il pari è arrivato al minuto 92. Solita frittata difensiva, con due friulani lasciati liberi di controllare un pallone che sembrava perso per loro. Una beffa? Forse sì, ma alla fine l’Udinese ci ha provato con la forza della disperazione. In fin dei conti per loro perdere questa partita avrebbe significato probabilmente perdere la speranza di salvarsi. Adesso per loro è durissima, ma il pari con il Napoli arrivato in queste condizioni fa morale. Per fortuna siamo quasi alla fine. Tre partite e poi questa stagione disgraziata finirà. E l’anno prossimo sarà un’altra storia.

28 APRILE PARTITA NAPOLI - ROMA (2 - 2)

Ci sono stagioni in cui ti va tutto bene, altre in cui anche quando giochi bene, crei tante occasioni, non riesci a vincerne una. Lo scorso anno gli azzurri una partita come questa con la Roma l’avrebbero vinta. Quest’anno si è addirittura rischiato di perdere. Facciamocene una ragione. Cosa vuoi dire a Osimhen e compagni dopo una partita dominata nel primo tempo, e controllata bene nel secondo tempo, quando la Roma ha provato a vincere? Nulla da ridire, stavolta non è certamente mancato l’impegno, la concentrazione, la determinazione. E’ mancato solo il risultato. La Roma era addirittura passata in vantaggio su un calcio di rigore figlio di un attimo di distrazione di Juan Jesus. Poi ha trovato a tempo quasi scaduto il pari su calcio d’angolo. E qui ci sia permesso di tirare in ballo Calzona. Che ha cambiato Traorè con Ostigard proprio per dare maggiore protezione sui palloni alti. Ma nel calcio esiste una regola: mai cambiare prima di un angolo. Morale della favola il Napoli ha preso gol di testa 10 secondi dopo l’ingresso in campo del suo miglior colpitore di testa. Fatalità? Forse sì, ma magari era il caso di ricordarsi di questa regola non scritta, ma seguita da tutti. Il Napoli ha costruito tanto, tantissimo. Ma ha sbagliato di tutto di più sotto rete. Al punto che i due gol sono arrivati il primo su una deviazione di un difensore, il secondo su rigore. Certo Sviilar ha parato di tutto e di più, ma certe occasioni erano davvero clamorose. Adesso il sogno Champions è definitivamente sfumato. E sta diventando difficile anche l’Europa League. L’ottavo posto basterebbe per la Conference League, con un pizzico di fortuna, e con una doppia vittoria italica nelle coppe magari potrebbe alla fine bastare addirittura il decimo posto. Ma è inutile pensare a cose del genere. Di buono c’è che la squadra ha giocato bene, contentiamoci. Tanto “adda passa ‘a nuttata”.

20 APRILE PARTITA EMPOLI - NAPOLI (1 - 0)

Che dire: Napoli ha offerto ad Empoli una straordinaria prova di impotenza. Si può perdere, anche contro una squadra in lotta per la retrocessione. Si può sempre perdere contro chiunque. Ma non si può giocare come il Napoli ha giocato ad Empoli. Basta un solo dato: gli azzurri, sotto dopo 3 minuti, nei 92 minuti successivi, recupero compreso, non hanno mai tirato in porta. Caprile, il portiere empolese, che è del Napoli, è stato impegnato solo in una circostanza, una uscita bassa su Osimhen. Per il resto possesso palla, e basta. Ormai la Champions è andata. E’ a rischio anche l’Europa League. Ed anche la Conference è tutt’altro che scontata, per quanto basta l’ottavo posto, magari anche il nono, se la Fiorentina dovesse vincerla. Mancano 5 partite alla fine di una stagione balorda. Una squadra molto forte, ma senza personalità. Una squadra che è stata costruita male in estate, e gestita peggio. Ma è inutile a questo punto stare a piangere sul latte versato. Importante è fare tesoro degli errori e cercare di non ripeterli. E qui lasciateci essere piuttosto perplessi. Non sembra che chi ha sbagliato più di tutti, De Laurentiis, abbia imparato la lezione. Continua a voler fare tutto da solo, anche la scelta del direttore sportivo lascia perplessi. Manna sarà anche bravissimo, ma non sembra avere, al momento, la personalità che serve. Comunque una cosa ci sentiamo di dirla: a questi ragazzi, a prescindere, deve andare il grazie della tifoseria. Lo scorso anno hanno regalato un sogno. Aver fallito quest’anno non cancella i loro meriti.

14 APRILE NAPOLI - FROSINONE (2 - 2)

Il solito irritante Napoli non dà seguito alla vittoria di Monza. Contro il Frosinone non va oltre il pareggio. Un pareggio che mette la parola fine alle speranze di Champions. Più per la pochezza della squadra che per la classifica. In fin dei conti mancano ancora 66 partite di qui alla fine. Nessuno davanti vola. E Fiorentina, Atalanta e Roma hanno anche gli impegni europei a distrarli ed a stancarli. Ma difronte alla partita contro il Frosinone, identica a molte partite di questa stagione, è meglio togliere ogni speranza. Il Napoli per due volte in vantaggio non è riuscito a portare a casa la vittoria. Occasioni a dire il vero ne ha avute tantissime. Ma in fin dei conti il Frosinone ha sbagliato un rigore, parato da Meret, ed a pochi minuti dalla fine ha avuto un’occasione clamorosa, con Meret ancora sugli scudi. Meret che per altro ha sulla coscienza il primo gol dei ciociari. La follia di impostare dal portiere le azioni è costata una rete incredibile. Ha sbagliato il portiere azzurro, ma c’è da dire che nessuno dei suoi compagni si era fatto vedere. E poiché sembra sia peccato mortale lanciare lungo, ecco la frittata. Il secondo gol, quello del definitivo 2-2, sempre di Keddira, che è un giocatore del Napoli in prestito al Frosinone, è arrivato dopo una dormita dei due centrali azzurri, che hanno lasciato il marocchino libero di colpire di testa. La matematica non cancella ancora i sogni Champions. Ma chi si era illuso che il secondo tempo di Monza potesse essere la svolta ha capito che le cose stanno in maniera diversa. La squadra non c’è, punto. Non resta che chiudere il campionato nel modo meno peggiore possibile e cambiare. I giocatori ci sono, sono forti. Ma andava fatto qualcosa di diverso sul mercato. Vediamo cosa succederà adesso. Con una certezza: peggio di quest’anno sarà davvero difficile fare.

7 APRILE MONZA - NAPOLI (2 - 4)

Il Napoli c'è ancora. e dire che alla fine del primo tempo della sfida del Brianteo contro il Monza tutto sembrava finito. La squadra di Calzona, pur giochicchiando benino, era sotto di un gol nell'unico tiro in porta dei padroni di casa. Non che i campioni d'Italia avessero fatto chissà cosa. Ma un paio di occasioni le avevano create, e un rigore clamoroso era stato negato agli azzurri, colpa di Doveri, che in campo non aveva visto, ma è inconcepibile che il Var non sia intervenuto. Sembrava l'ennesima partita storta di un annata un po' balorda. Ma nella ripresa è cambiata a musica. Osimhen, finalmente, ha dimostratodi valere l'ingaggio mostruoso che sta mensilmente incassando Su un traversone da destra è arrivato in cielo e di testa ha battuto Di Gregorio. E' stato come aprire una bottiglia di champagne dopo averla sbattuta. Nel giro di 6 minuti sono arrivate le prodezze di Politano e Zielinski.Ed a nulla è valso il gol immediato di Colpani. La magiia del Napoli si era compiuta. E difatti è arrivato il quarto gol di Raspadori, entrato da pochi istanti, per lui gol al primo pallone toccato. Non sai se essere felice per la vittoria, o innervosirti ancora di più pensando alle partite precenti. La verità è che questo è il Napoli, quello dei 6 minuti d'oro a MOnza. Il Napoli visto lo scorso anno. Speriamo che duri fino a fine anno. La zona Champions resta lontana, ma mai dire mai...

30 MARZO NAPOLI - ATALANTA (0 - 3)

Pasqua di Resurrezione? Per il Napoli la Pasqua quest’anno segna la fine di tutto. C’era la speranza di imboccare una striscia vincente per provare ad arrivare al quinto posto. Ma la striscia non è neanche partita. L’Atalanta vince largamente al Maradona, vittoria meritata, anche se esagerata nel risultato, La cura Calzona non ha sortito effetti. Era per altro difficile chiedere al tecnico arrivato dopo Mazzarri di fare il miracolo. Stavolta magari il cittì della Slovacchia ha anche sbagliato qualche scelta. Zielinski su tutti. Meritava di giocare il polacco. Quando è entrato nella ripresa si è vista la differenza tra il Napoli senza di lui, ed il Napoli con lui in campo. Il che non cancella le perplessità sul calciatore, che fa della incostanza di rendimento la sua prerogativa principale. Ma si è vista anche, cosa mai messa in discussione, la sua qualità superiore. Detto questo diciamo che il punteggio finale è eccessivo. Sarebbe stato più giusto, per quello che conta, una vittoria di misura degli orobici. Ma questo ha un valore relativo. Il Napoli ha fallito la partita, vede sfumare in maniera quasi definitiva la possibilità di approdare alla prossima Champions. Ed adesso è in pericolo anche la partecipazione ad una qualsiasi manifestazione europea. Sarebbe la prima volta dopo 14 anni. Di più: da quando è tornato in serie A, nell’ormai lontano 2007, gli azzurri si sono sempre qualificati almeno per la Europa League, con una sola eccezione, nel 2009, anno iniziato con Reja e finito con Donadoni in panchina. L’anno che segnò la fine del rapporto tra gli azzurri e Pierpaolo Marino.

17 MARZO INTER - NAPOLI (1 - 1)

A leggere la classifica c’è da disperarsi. Ma ci sono ancora 27 punti in palio. E nelle prossime 9 partite il Napoli si gioca l’accesso alla prossima Champions. Nove partite, 4 scontri diretti con Bologna, Roma, Atalanta e Fiorentina. Più altre 5 partite contro avversari di caratura inferiori. Considerando che con felsinei, giallorossi ed orobici si gioca al Maradona, e solo con i viola si giocherà in trasferta, diciamo che gli azzurri in linea teorica le potrebbero vincere tutte. A Milano contro i futuri campioni d’Italia dell’Inter, il Napoli ha fatto la sua partita. Magari rischiando qualcosa di troppo per provare a giocare la palla dalla difesa. Meret è stato decisivo, con buona pace dei suoi detrattori. Juan Jesus da parte sua è stato probabilmente il migliore in campo, a prescindere dal gol. Insomma i due giocatori più discussi, soprattutto sui social, sono stati decisivi. Diciamoci la verità: il Napoli ha meritato il pari per il solo fatto di non essersi mai arreso. In campo l’Inter ha dato l’impressione di essere decisamente superiore. Ha avuto una mezza dozzina di occasioni nitide, trovando un solo gol. Il Napoli ha segnato su calcio d’angolo, nell’unica mezza occasione avuta. Il punto muove poco la classifica, ma fa morale. Ma adesso dopo la sosta non sarà più possibile sbagliare nulla. Contro un’Inter stanca dopo la delusione di Champions si sono visti i limiti degli azzurri. Ma per la prima volta quest’anno la squadra ha dato una dimostrazione di carattere. E la cosa lascia ben sperare per il finale di stagione. Ora la sosta, poi con l’Atalanta la prima delle 9 partite da non fallire.

8 MARZO NAPOLI - TORINO (1 - 1)

Che sia un anno un po’ così lo capisci da certe partite. Il Napoli non va oltre il pari interno col Torino, chiudendo, a meno di clamorose sorprese, la rincorsa alla zona Champions. Il pareggio arriva al termine di una partita strana. Con un primo tempo in cui gli azzurri ci hanno provato ma senza insistere troppo. Come se fossero convinti che prima o poi il gol sarebbe arrivato. Il gol è arrivato a metà ripresa, e i giochi sembrano fatti. Kvara in condizioni scintillanti ha costruito e poi concluso un’azione travolgente. Sembrava fatta, ma è un anno un po’ così. Il pari del Torino è arrivato immediatamente, con Sanabria, entrato in campo da una decina di secondi. A dire il vero il Napoli aveva sempre sofferto i traversoni granata, senza per altro che si riuscisse in qualche modo a trovare una soluzione. Il pari a quel punto sembrava anche giusto, per quanto visto in campo. Solo che a questo punto iniziava un’altra partita, con gli azzurri dominanti. Ed il Torino chiuso della propria trequarti, col solo scopo di perdere tempo. Lo scorso anno una partita del genere il Napoli l’avrebbe chiusa nel giro di pochi minuti. Ma quest’anno le cose vanno in modo diverso. Un po’ la sfortuna, un po’ il portiere. Un po’, diciamolo, Osimhen che non è parso in una grande serata. Purtroppo non c’è stato nulla da fare. Il punto non serve a nessuna delle due, ma per il Toro fa morale. Adesso sotto col Barcellona. Una partita diversa da questa contro il Toro. Il Barcellona è squadra che attacca e concede un po’ troppo in difesa. Il Napoli dello scorso anno avrebbe probabilmente maramaldeggiato. Ma il Napoli dello scorso anno non c’è più. Per gli azzurri una gara determinante. Vincere, superare il turno, sarebbe fondamentale. Darebbe un senso alla fase finale della stagione. Non sarà facile, il pronostico è contro. Ma mai dire mai.

3 MARZO NAPOLI - JUVENTUS (2 - 1)

Battere la Juve equivale a Napoli a vincere lo scudetto. Almeno nei decenni scorsi era così. Poi con l’avvento di Maradona le cose sono un po’ cambiate, resta però la vittoria con la Juve una tappa fondamentale in una stagione. Quindi c’è da sorridere. Certo, a rivedere la partita c’è qualcosa da dire. Il Napoli ha vinto, ma la Juve può decisamente dolersi per una sconfitta che non avrebbe meritato. Gli azzurri hanno fatto la partita, ma sono stati i bianconeri ad avere il maggior numero di palle gol. Vlahovic ha sbagliato almeno 3 occasioni clamorose. Non che Osimhen abbia fatto meglio dall’altra parte del campo. Il nigeriano si è battuto, ma aveva anche sbagliato un calcio di rigore che lui stesso si era procurato. Ma poiché da qualche parte era scritto che era la serata del Napoli Raspadori è stato il più veloce a raggiungere il pallone e l’ha scaraventato in porta. Si diceva: Napoli fortunato. Gli azzurri hanno provato a fare la partita, ma Allegri nonostante le assenze era riuscito a mettere in campo una squadra in grado di mettere in difficoltà i campioni d’Italia. Vlahovic, per fortuna, non ne ha imbroccata una. Sbagliando di tutto di più. Adesso per il Napoli si riapre il discorso Champions. Certo oggi come oggi il Bologna ha sempre 8 punti in più, e la Roma di De Rossi sembra non conoscere ostacoli. Ma se il Napoli gioca da Napoli, da Napoli dello scorso anno, tutto è possibile. Bisogna crederci, bisogna giocare in scioltezza, magari senza troppa tensione. Bisogna giocare però meglio di come fatto contro la Juve. Ma a volte è più importante vincere quando non si merita che vincere come a Reggio Emilia, dominando la partita. Il morale ne risente in modo particolare. Si ha la sensazione che sia girato il vento. Ed il Napoli ha bisogno soprattutto di sentirsi di nuovo baciato anche dalla fortuna.

25 FEBBRAIO CAGLIARI - NAPOLI (1 - 1)

Il Napoli col pari di Cagliari dice probabilmente addio alla zona Champions. Non che manchino ancora le occasioni, ma la sensazione è negativa. Gli azzurri non sono riusciti a vincere una partita che sembrava vinta. Non solo per il gol subito a tempo scaduto. Ma per le opportunità sprecate dopo il gol di Osimhen. Prima Politano, poi Simeone hanno fallito occasioni solo davanti a Scuffet. Poi il pari arrivato su errore di Juan Jesus. E qui magari qualche colpa va data anche a Calzona. Il brasiliano era stremato, ma è stato lasciato in campo, Ostigard è entrato al posto di Mazzocchi. Il problema è che il Napoli ha giocato un primo tempo vergognoso. Non avendo neppure l’alibi di avere di fronte il Barcellona. Il Cagliari è ben poca cosa, magari si salverà, anche se non sarà facile. Ma è davvero inconcludente. Ha solo una determinazione feroce, non molla mai. Anche se questa volta neppure i sardi ci pensavano più. Ormai buttavano solo il pallone avanti, ed in difesa rischiavano ad ogni azione degli azzurri. Non ci fosse stato l’erroraccio di Jaun Jesus, al sesto ed ultimo minuto di recupero, avrebbe perso senza avere nulla da recriminare. Tornando al Napoli la colpa non era di Garcia, non era di Mazzarri, anche se è stata una follia sceglierlo solo perché unico ad accettare un contratto di sei mesi. La colpa non può essere certamente neanche di Calzona, ovviamente. In campo ci vanno i calciatori, ed è inspiegabile come si facciano partite come questa. La colpa a monte è di chi ha fatto scelte che si sono rilevate sbagliate in estate. A conoscere un po’ le cose del calcio era possibile intuire che confermare l’intera squadra che aveva dominato la scorsa stagione non era il massimo. Una squadra fortissima, ma priva di giocatori di personalità. Andava fatto un mercato coraggioso, facendo anche cessioni importanti. Ma è inutile continuare su questo discorso. La partita di Cagliari ha chiuso il discorso Champions. Non è più il caso di parlarne, visto il campionato. La risposta che ci si aspettava da Cagliari era questo, e purtroppo non è stata positiva. Avremmo scritto lo stesso se il Napoli avesse vinto, il pari è stato il colpo di grazia.

17 FEBBRAIO NAPOLI - GENOA (1 - 1)

Punto guadagnato o due punti persi? Il pareggio del Napoli contro il Genoa di può leggere in tutti e due i modi. C’è il rammarico per aver gettato al vento una opportunità importante, ma non avrebbe senso dimenticare che al minuto 90 gli azzurri erano sotto di una rete, ed una sconfitta avrebbe avuto effetti devastanti. Chi scrive però resta dell’idea che siano stati due punti gettati al vento. Il Napoli se davvero vuole arrivare al quarto posto non può non vincere certe partite. Il Genoa è una buona squadra, ma di certo non all’altezza degli azzurri. Perché il Napoli non ha vinto? Sicuramente c’è stato un pizzico di sfortuna, viste le tante occasioni create, laddove i liguri hanno trovato il gol casualmente. Di certo Mazzarri ci ha messo del suo. Non ha avuto il coraggio di riproporre la difesa a 3, e francamente si fa fatica a capire il perché di certe scelte. Aver schierato Traoré e non Lindstrom, non ha senso, atteso che il nuovo arrivato in casa azzurra non è in condizione. E se Mazzarri lo avesse schierato per assecondare il desiderio del presidente che vorrebbe valutarlo prima di decidere se riscattarlo o meno sarebbe ancora più grave. Il presidente non deve mai mettere becco nelle scelte del tecnico. Traoré è parso in difficoltà sin da subito. E’ stato sostituito solo all’ora di gioco, evidentemente un cambio programmato. Stendiamo un velo pietoso sulla scelta di non convocare Osimhen. Magari non hai 90 minuti nelle gambe, era giusto portarlo in panchina. Semmai per non fargli fare neanche un minuto. Ma avergli dato la possibilità di non essere al fianco della squadra, di non andare il ritiro non è un bel segnale. Adesso sotto col Barcellona, superare il turno è difficile, non impossibile. Ballano una settantina di milioni di euro in queste due partite, tra la qualificazione ai quarti, l’incasso della prossima partita, i premi della Uefa, e la qualificazione al mondiale per club. Ci siamo capiti…

11 FEBBRAIO MILAN - NAPOLI (1 - 0)

Il calcio è lo sport più bello del mondo. Perché il più imprevedibile. Non sempre vince la squadra più forte, talvolta neanche quella che gioca meglio. Non è questo il caso di Milan-Napoli, sia ben chiaro. La vittoria del Milan premia tutto sommato la squadra che ha giocato meglio. L’imprevedibilità in questo caso arriva da come si sia sviluppata la partita. Mazzarri sulla carta ha messo in campo una squadra molto chiusa. Era lecito immaginarsi una partita in cui il Napoli aspettasse i rossoneri nella propria trequarti, per poi provare a colpire in contropiede. Un sistema di gioco che avrebbe avuto anche senso, considerando come gioca la squadra di Piolo. Invece… Invece è stato il Napoli a fare la partita. Ed ha perso per un gol in contropiede. Un gol arrivato sulla sua destra. Tutti sanno che il Milan è forte soprattutto sull’asse Hernadez-Leao. Era lecito attendersi una qualche attenzione particolare da quel lato. Invece il gol è arrivato su assist del portoghese per il terzino francese. Il Napoli alla fine non ha giocato neanche male. Anche se di occasioni da rete ne ha costruite poche. Una colossale sullo 0-0, con Kvara ad imbeccare Simeone, con la conclusione del Cholito che ha sfiorato il palo. Dopo il vantaggio dei padroni di casa invece poco o nulla. Il vero pericolo per il portiere dei rossoneri è arrivato da una deviazione folle di Simic. Per il resto tanta buona volontà, ma zero conclusioni. Adesso il discorso Champions si fa difficilissimo. L’Atalanta è 7 punti avanti. Ed a differenza del Napoli sembra anche in condizione. Senza considerare le altre squadre. Quasi quasi sembra più fattibile arrivarci vincendo la Champions di quest’anno. Ovviamente è una battuta, ma tanto vale…

04 FEBBRAIO PARTITA NAPOLI - VERONA (2 - 1)

Il Napoli vince, e nel calcio il risultato è sempre la cosa più importante. Vince segando due gol, e dopo quello che si era detto in questi giorni è “tanta roba”. Vince una partita in cui ha costruito abbastanza. Nulla a che vedere con la squadra dello scorso anno, ma dopo la partita contro la Lazio in cui non si era mai tirato in porta, il passo in avanti è evidente. Detto questo non possiamo tacere il fatto che al minuto 80 gli azzurri erano sotto di un gol. Il Verona era passato in vantaggio con un colpo di testa di Coppola. Perdere sarebbe stata una beffa, ma a questo punto ci stava tutto. Ma gli azzurri non si sono arresi. Ed alla fine hanno trovato i due gol che hanno dato tre punti. Il primo è stato di Ngonge, ma il merito è soprattutto di Lindstrom autore di una grande azione sulla fascia. Il secondo gol è un capolavoro di Kvara. Il georgiano già nel primo tempo ci aveva provato in almeno due occasioni, trovando un Montipò in formato extra lussa. Stavolta il portiere scaligero nulla ha potuto sul tiro dell’attaccante azzurro. Che dire? Una vittoria fondamentale, arrivato a capo di una partita che era diventata difficilissima. Stavolta Mazzarri ha abbandonato la difesa a 3, per mettere in campo un Napoli più offensivo. Ma alla fine sono stati decisivi i cambi. Lindstrom ha dato una dimostrazione di quello che potrebbe essere. Una grandissima giocata che ha dato origine al gol del pari. Ngonge ha segnato, anche se è stato fortunato: resta però un giocatore intrigante, diverso da Politano. Mazzocchi è stato fondamentale per il secondo gol, recuperando un pallone che ha permesso a Kvara di trovare spazio e segnare un grande gol. Di certo non possiamo parlare di un Napoli guarito. Ma vincere aiuta a vincere, come tutti sanno. Ed in attesa del ritorno di Osimhen si tratta di tre punti pesanti.

28 GENNAIO PARTITA LAZIO - NAPOLI (0 - 0)

Il Napoli porta a casa un punto dall’Olimpico. Considerando le assenze è certamente un fatto positivo. Certo, la squadra azzurra non ha mai tirato in porta. Il sistema di gioco voluto da Mazzarri ha blindato la difesa, ma ha tolto qualcosa in avanti. Poi è tutto da vedere a cosa sarebbe servito attaccare atteso che mancavano Osimhen, Simeone e Kvara. Sta di fatto che nelle ultime tre partite, quelle in cui c’è stata la svolta con la difesa a 3, il Napoli ha subito un solo gol. E come tutti sanno nel calcio vince alla lunga chi subisce meno gol. Mazzarri ha mandato in campo una squadra ancora più blindata, inserendo Ostigard tra i centrali difensivi, mettendo Di Lorenzo sulla fascia. Mazzarri ha anche indovinati qualche altra mossa. Demme, che sin qui aveva giocato la miseria di 13 minuti, in mezzo al campo ha dato ordine, impedendo che la marcatura su Lobotka impedisse la circolazione della palla. Il Napoli si è difeso soprattutto tenendo il possesso palla. Alla fine il 61%, in media col resto della stagione. Un possesso palla fatto soprattutto nella propria metà campo, ma che alla fine ha impedito alla Lazio il proprio gioco. Adesso tornerà Anguissa, ed a centrocampo le cose miglioreranno. E contro il Verona ci saranno anche Kvara e Simeone. In attesa di Osimhen, che per questa squadra è indispensabile. Difficile ipotizzare che si possa cambiare sistema di gioco, tornare al vecchio 4-3-3. Per adesso almeno è così, poi si vedrà. Intanto si sono visti Dendoncker e Ngonge. Torneranno utili, come Traoré e Perez, ammesso che venga. Questo Napoli merita la Champions.

18 GENNAIO SUPERCUP NAPOLI - FIORENTINA (3 - 0)

Il Napoli che non ti aspetti liquida la Fiorentina e si qualifica per la finale di SuperCoppa. Il Napoli che non ti aspetti non perché abbia vinto, ma perché è una squadra completamente diversa da quella che lo scorso anno ha stravinto il campionato. Si è rivista la squadra di Mazzarri, quella che 12 anni fa vinse la Coppa Italia, il primo trofeo dell’era De Laurentiis. Difesa a 3, che in fase di non possesso diventava a 5. Possesso palla lasciato completamente ai rivali. E pronti a colpire in contropiede. Difficile dire se sarà il Napoli del futuro immediato. Mancano giocatori con Cavani, Lavezzi e Hamsik, maestri del contropiede. Ma nel frattempo godiamoci questa vittoria. La Fiorentina ci ha messo del suo, sia ben chiaro. Una squadra a tratti presuntuosa, incapace di costruire nulla in fase di possesso palla. E dire che i viola hanno avuto il pallone quasi sempre loro. A rivedere i tre gol azzurri c’è la differenza tra le due squadre. Il primo di Simeone, un contropiede perfetto, con Kvara e Juan Jesus decisivi nelle giocate. Al di là di tutto c’è da sottolineare la concentrazione dei difensori azzurri. E dire che la fase di non possesso è stato sin qui il punto debole della stagione azzurra. Aver giocato con un difensore in più ha aiutato. Ma ha aiutato decisamente il diverso atteggiamento di tutta la squadra. Poi, e questo era davvero imprevedibile, ci ha pensato Zerbin a chiudere la partita. Una doppietta in due minuti. Ma i due minuti che sono passati tra i due gol il biondo Alessio li ha passati in stato di semi incoscienza dopo aver battuto la testa sul palo. Dopo la vittoria con la Salernitana dicemmo che sarebbe stato interessante capire se ci sarebbe stata la svolta. E’ presto per dirlo. Sta di fatto però che il 3-0 contro la quarta in classifica è un bel segnale. E lunedì sera magari potrebbe arrivare anche un titolo. Chi l’avrebbe detto 12 giorni fa dopo la batosta a Torino contro il Toro?

13 GENNAIO PARTITA NAPOLI - SALERNITANA (2 - 1)

Il Napoli vince contro la Salernitana. Il risultato è la sola cosa positiva di un pomeriggio di sofferenza. Ma poiché mai come questa volta era la sola cosa che contava, il Napoli può festeggiare. Vittoria sudata, ma meritata. La Salernitana ha fatto un solo tiro in porta nei quasi 110 minuti di partita. Ha pensato solo a difendersi. Nulla da eccepire, ci mancherebbe. Sta di fatto che il Napoli ha fatto qualcosa in più. Certo, se pensiamo che gli azzurri giocano con lo scudetto sul petto, e che la squadra di Inzaghi è ultima in classifica verrebbe da dire che le cose vanno male. Ma… Ma il problema a nostro avviso è soprattutto nella testa dei ragazzi. Si è visto anche nel derby. Primo tempo sciagurato, nella ripresa qualcosina in più. Nulla rispetto alle possibilità di questa squadra. Ma essendo il problema essenzialmente nella testa, adesso vediamo cosa succederà. Magari una vittoria come questa, arrivata quando ormai non ci sperava più nessuno potrebbe essere la scossa che serviva. Poco da dire sulla partita. La Salernitana ha fatto quello che doveva, riuscendo a trovare anche il gol del vantaggio. Magari per loro sarebbe stato meglio non segnare. Il gol è stato un vero e proprio schiaffo per gli azzurri. Che hanno trovato il pari subito, su rigore, un rigore di cui si è accorto solo il Var. Ma tutto sommato un rigore che ci stava. Nella ripresa il Napoli ha attaccato a testa bassa. Senza costruire chissà cosa. Ma ci ha provato. Il gol è arrivato al 96esimo, un gol casuale, con un assist di testa di Demme (considerando l’altezza del tedesco…) e gol di Rrahmani (un difensore). Più casuale di così non si può. Certo, la squadra ha tante difficoltà, il gioco non si vede per nulla. Ma contava vincere, ed i tre punti sono arrivati. Il tempo ci dirà se è stato un colpo di fortuna fine a sé stesso o l’inizio di una nuova stagione…

07 GENNAIO PARTITA TORINO - NAPOLI (3 - 0)

Chi conosce il calcio sa bene che ci sono partite che fotografano il momento di una squadra. Per il Napoli questa di Torino è una di quelle partite. A leggere il risultato finale verrebbe da dire che non c’è stata partita. Ma il risultato spesso non dice tutto. Il Napoli, che ha giocato malissimo tutti i 94 minuti e 15 secondi, ha perso meritatamente, e su questo non ci sono dubbi. Ma se uno va a vedere come è andata la partita… Un Napoli irritante, che però nel primo tempo, giocato male, ha avuto due grandissime opportunità di passare in vantaggio. La prima l’ha sprecata malamente Raspadori, la seconda Zielinski. Il Torino ha trovato il vantaggio grazie ad un rimpallo fortuito, che ha messo il proprio centravanti davanti a Gollini. Nella ripresa Mazzarri ha provato a mischiare le carte. A dire il vero non si è capito perché togliere Zielinski e non Cajuste. Poi ci ha pensato Mazzocchi, che ha impiegato meno di 200 secondi per farsi espellere. Un fallo in apparenza inconcepibile. Ma figlio di un primo tempo passato in panchina a vedere una squadra incapace di fare nulla. E’ chiaro che a questo punto il prete, come soleva dirsi, aveva letto il Vangelo. Il Torino ha segnato altri due gol, e poteva finire anche peggio. E qui torniamo al punto iniziale. Trattasi di una partita che fotografa il momento di una squadra. Sul campo non ci sarebbe dovuto essere partita, il Napoli come organico decisamente superiore. Però è un momento così, ed allora ci sta anche perdere partite come questa. Siamo alla fine del girone di andata. Il Napoli lo scorso anno girò a quota 50, oggi ha poco più della metà. Con un organico quasi identico. Il che ci porta a dire che non tutto è compromesso. Il quarto posto è ancora possibile. Ma serve una scossa. Ci sarà? Impossibile saperlo adesso. Certo giocare peggio di come fatto stavolta è difficile, quasi impossibile.

29 DICEMBRE PARTITA NAPOLI - MONZA (0 - 0)

Il Napoli chiude il 2023 con un’altra delusione. Modo peggiore per salutare un anno che in ogni caso sarà ricordato in eterno dai tifosi per lo scudetto non poteva esserci. Oddio, visto come sono andare le cose si poteva chiudere anche peggio, perdendo una partita dominata per larga parte. Se non ci fosse stato Meret a parare il rigore di Pessina adesso staremmo a parlare di una ennesima sconfitta. Il pari col Monza sta strettissimo agli azzurri, va detto. Che senza esaltare hanno pur sempre creato 4/5 occasioni da rete, due delle quali clamorosamente sprecate da Kvara e Gaetano. Ma in questo momento le cose vanno così. Lo scorso anno una partita come questa in un modo o nell’altro di finiva col vincerla. Adesso è già tanto non averla persa: se pensiamo alla partita con l’Empoli, risolta da un cross sbagliato… E’ anche inutile a questo punto pensare a chi dare la colpa. Il Napoli ha pagato in estate gli errori di De Laurnentiis. Stavolta non si può neanche accusarlo di tirchieria. Semplicemente lui non capisce, non conosce il calcio. Ha pensato che sarebbe bastato mantenere la rosa dello scorso anno per essere competitivi. Non è così, il Napoli, che non ha un ambiente abituato a vincere, andava quasi rivoluzionato. Invece l’unica preoccupazione è stata non aumentare il monte ingaggi. Se allenatore e diesse vanno via significa che aveva fiutato la cosa. Adesso però, per salvare la stagione, o quanto meno il bilancio della prossima, occorre cambiare qualcosa. Fare quella piccola rivoluzione che non è stata fatta in estate. Vediamo cosa accadrà sul mercato. In ogni caso salutiamo il 2023, un 2023 esaltante. Nonostante la seconda parte deludente.

23 DICEMBRE PARTITA ROMA - NAPOLI (2 - 0)

Il Napoli perde anche a Roma. E’ un momento così. De Laurentiis ha parlato di mercato, dicendo che farà gli acquisti che non ha fatto in estate. La sensazione però è che prima ancora di passare dal mercato sarebbe il caso di portare la squadra in una chiesa, per una bella benedizione. Il Napoli, esattamente come era capitato due settimane prima a Torino contro la Juve ripete più o meno la stessa prestazione dell’anno precedente. Ma lo scorso anno vinse le due partite, stavolta ha perso. Una partita che purtroppo lascerà qualche strascico anche la settimana prossima. Mancheranno certamente Politano e Osimhen, espulsi. E ci sono le condizioni di Lobotka e Natan da valutare. Si vede che non è un momento buono. Lo scorso anno a questa squadra andava tutto bene, stavolta va tutto male. Detto questo diciamo anche che il Napoli non aveva giocato una grandissima partita. Il migliore è stato, udite udite, Meret. Per il resto gli azzurri hanno faticato inizialmente, aggrediti dai giallorossi. Poi avevano preso il controllo della partita, senza però mai essere pericolosi. Poi un colpo di follia di Politano che ha reagito ad un fallo, ha portato gli azzurri in inferiorità numerica. Subito dopo il gol del vantaggio dei padroni di casa, gol fortuito, nato da un tiro sbagliato, diventato un assist per Pellegrini. La partita si è chiusa qui. O per meglio dire: sarebbe stato un bene se fosse finita qui. Perché Osimhen ha beccato due gialli in pochi minuti, per eccessiva voglia di recuperare. Prima si era fatto male Lobotka. Gli ultimi minuti il Napoli li ha giocati in 8, perché anche Natan si è infortunato. Nonostante tutto all’ultimo minuto ha avuto anche la possibilità di tirare in porta con pericolosità, ma non era serata. E sul contropiede il raddoppio di Lukaku. Adesso è inutile guardare la classifica, il quarto posto è distante, ma ancora possibile. Ma serve una benedizione subito. Magari da parte di un prete diversamente maschio…

16 DICEMBRE PARTITA NAPOLI - CAGLIARI (2 - 1)

Vince il Napoli, meritatamente, contro un Cagliari catenacciaro. Ed è questa la cosa più importante. Tra le cose positive vanno messi i gol di Osimhen e Kvara. Sono i giocatori più importanti della squadra, quando segnano loro è sempre un fatto positivo, non fosse altro che per il fatto che in questo modo si sbloccano. Poi ci sono le cose negative. La squadra sembra aver fatto un passo indietro rispetto alla sfida con la Juve, dove, nonostante la sconfitta, fece un’impressione migliore. Preoccupante la fase difensiva. Assurdo prendere un gol dopo tre minuti dall’aver faticosamente sbloccato il risultato. Preoccupante soprattutto le occasioni concesse. Alla fine la cosa fondamentale è la vittoria. E su questo non ci sono dubbi. Resta una prestazione deficitaria. Rispetto allo scorso anno un abisso. Non è una questione di formazione, non è una questione di tattica. Semplicemente la squadra non ha la cattiveria che aveva lo scorso anno. Non ha la velocità di esecuzione che si vedeva lo scorso anno. Resta poi un mistero il perché, avendo il miglior colpitore di testa della serie A, la squadra faccia pochissimi cross. Il primo gol quello di Osimhen è arrivato su un traversone di Mario Rui. E non è certo la prima volta che accade. Quello che non si capisce è perché il Napoli non cerchi questo tipo di giocata più spesso. Comunque la cosa che contava era la vittoria. Aver vinto è di fondamentale importanza. Adesso la squadra potrebbe giocare più tranquilla. La qualità non manca.

08 DICEMBRE PARTITA JUVENTUS - NAPOLI (1 - 0)

Mazzarri perde la terza partita consecutiva. Ma le differenze col Napoli di Garcia iniziano a vedersi. A Torino gli azzurri giocano bene, mancano un paio di gol clamorosi nel primo tempo. Ad inizio ripresa beccano un gol evitabilissimo. Ma a differenza della sfida contro l’Inter non si disuniscono. Nella ripresa la Juve fa quello che sa fare bene, si difende ad oltranza. Ed il Napoli, pur essendo spesso nella trequarti bianconera non costruisce moltissimo. Il risultato finale è forse ingiusto verso Osimhen e compagni, ma non si può parlare di un mezzo furto. La vittoria bianconera ci può stare. Per il Napoli l’addio definitivo ai sogni di gloria, ammessi che qualcuno sognasse ancora. Adesso il quarto posto si allontana. Ma i passi in avanti sono evidenti. Uno dirà: ma come, vedi miglioramenti all’ennesima sconfitta? Certamente, la squadra sta iniziando a ritrovarsi, non è quella dello scorso anno, ma non è neanche quella che ha perso, per dirne una, in casa con l’Empoli. Mazzarri adesso deve stare vicino ai giocatori. Ci vengono in niente due nomi, Osimhen e Kvara. Il primo non segna da una vita, colpa ovviamente anche dell’infortunio. Il georgiano, premiato pochi giorni fa come migliore giocatore dello scorso campionato, ha sbagliato un gol pazzesco nel primo tempo. Il Napoli ha bisogno delle sue stelle per rimettersi a correre. Mazzarri deve fare da psicologo, non solo con questi due, ma soprattutto con loro. Poi la stagione è lunga. C’è una Champions da onorare e riconquistare. E ci sono due trofei, Coppa Italia e Super Coppa a disposizione. Guai a pensare che sia tutto finito. Ed il Napoli visto a Torino può fare bene.

03 DICEMBRE PARTITA NAPOLI - INTER (0 - 3)

Finisce male, malissimo, la sfida con l’Inter. Una sconfitta sicuramente eccessiva nell’esito numerico, che scuce definitivamente lo scudetto dalla maglia del Napoli. Il problema è nella sconfitta, nel numero dei gol subiti. Nelle conseguenze psicologiche che potrebbe avere. Per assurdo dal punto di vista del gioco c’è stato un netto miglioramento. Sconfitta meritata, lo ribadiamo. Ma il Napoli ha di che rammaricarsi. Sommer è stato autore di due interventi decisivi. Il primo dopo 90 secondo, su una fucilata di Elmas. Ancora più eclatante la parata del portiere nerazzurro su Kvara, ad inizio ripresa. Mettiamoci anche qualche dubbio su due episodi chiave. Il primo gol interista è stato viziato da un falletto di Lautaro su Lobotka. Nella ripresa, pochi istanti prima del miracolo di Sommer, c’era stato un mezzo fallo su Osimhen. Tutte e due le volte Massa ha lasciato correre, ed il Var non è intervenuto. Se Mazzarri sarà bravo a far capire ai suoi ragazzi che sono in crescita questa sconfitta, la quarta su 7 sfide al Maradona, non lascerà traccia. Altrimenti potrebbero essere dolori. Perché il Napoli ha perso? Al di là degli episodi l’Inter vista in campo, per l’intensità mostrata, sembrava il Napoli dello scorso anno. Andate a rivedere il secondo gol, quello di Barella. La cattiveria con la quale Lautaro ha recuperato la palla, mentre gli azzurri giochicchiavano per uscire dalla propria tre quarti, era tipica degli azzurri lo scorso anno. La differenza di intensità del pressing ha fatto la differenza. Adesso la Juve a Torino. Altra partita terribile. Vediamo cosa succederà. Vediamo, una volta scucito lo scudetto dal petto, quale sarà la reazione azzurra.

29 NOVEMBRE PARTITA ATALANTA - NAPOLI (4 - 2)

Il Napoli perde al Bernabeu col Real Madrid. Una sconfitta prevedibile, visto il valore dell’avversario. Però… Partiamo dal risultato. Il 4-2 è troppo penalizzante per i ragazzi di Mazzarri. Fino al 40esimo del secondo tempo si era sul 2-2. Con un Napoli che aveva sbagliato qualche occasione di troppo. A dire il vero anche i padroni di casa avevano fallito gol che sembravano facili. Diciamo che il pareggio fino a quel punto era giusto. Ai fini della qualificazione non sarebbe cambiato nulla perdere 3-2 invece che 4-2. La qualificazione resta alla portata della squadra azzurra. Il pari del Braga con l’Union Berlino fa si che adesso il Napoli passerà il turno anche perdendo con un solo gol di scarto. Cosa dire della partita? Il Napoli l’ha approcciata bene, trovando anche il gol del vantaggio con Simeone. Se vogliamo ha permesso ai padroni di casa di pareggiare immediatamente, dopo appena un minuto. Se fossero riusciti gli azzurri a gestire un po’ meglio l’immediato dopo-gol magari avremmo visto un’altra gara, coi padroni di casa sbilanciati. Ma conoscendo Ancelotti difficile prevedere un fatto del genere. Il Real è poi passato in vantaggio a metà del primo tempo. Ma il Napoli non si è disunito, trovando il pari ad inizio ripresa con Anguissa. E subito dopo ha avuto una clamorosa occasione sprecata da Kvara che ha sbagliato un semplice appoggio verso Osimhen. Preoccupante per il Napoli il calo nella parte finale della partita. Era successo nella ripresa anche a Bergamo. Evidentemente i problemi di preparazione permangono, ne’ era possibile pensare che fossero risolti in 15 giorni. Adesso il pensiero è all’Inter. Questa è una partita da vincere. A Madrid si poteva anche perdere, domenica sera al Maradona la vittoria è d’obbligo. Non sarà semplice, ma…

25 NOVEMBRE PARTITA ATALANTA - NAPOLI (1 - 2)

Parte bene la seconda avventura di Mazzarri sulla panchina del Napoli. Una vittoria pesantissima sul campo dell’Atalanta. Per il gioco magari c’è ancora da aspettare. La differenza con la gestione precedente è nella reattività dei giocatori. Il Napoli era partito benissimo, trovato un gol di Kvara, che arrivava poco dopo un altro gol annullato per un fuorigioco meno che millimetrico fischiato a Rrahmani. E prima della chiusura del tempo Zielinski aveva sbagliato un gol praticamente fatto. L’1-0 dopo i primi 45 minuti stava addirittura stretto agli azzurri. Nella ripresa le cose sono cambiate. Lo si è capito immediatamente. Con l’Atalanta pericolosa dopo trenta secondi, e capace di trovare il gol del pari con Lookman quasi subito. Il vecchio Napoli, quello targato Garcia, magari si sarebbe sfaldato. Il Napoli di Mazzarri ha resistito, trovando anche il gol con Elmas. Gol di Elmas, ma grande merito di Osimhen, entrato da poco, capace di dare un assist fenomenale. Osimhen ha cambiato il modo di giocare del Napoli. Che stava rinculando troppo, incapace di uscire come fatto nel primo tempo col palleggio. Osimhen ha dato profondità alla squadra, ha permesso di giocare anche palla lunga su di lui, facendo salire la squadra. Il gol della vittoria nasce da un errore di Carnesecchi che ha sbagliato un rinvio. Ma la presenza di Osimhen in area ha permesso la giocata vincente. Raspadori, per dirne una, è un buonissimo calciatore, ma non ha la capacità fisica di reggere il ruolo di punta centrale. Dopo il gol il Napoli ha giocato come mai quest’anno. Non il calcio brillante dello scorso anno. Ma gli azzurri ci hanno messo l’anima, non disdegnando di buttare il pallone lontano quando era il caso. La vittoria finale il giusto premio alla fine di una partita giocata bene nel primo tempo, coi denti nella ripresa. Quello che sin qui era mancato. Colpa di Garcia? No, di sicuro. Ma il francese per tutta evidenza non era riuscito a creare la giusta alchimia con la squadra. Mazzarri, per adesso almeno, ha invertito l’andazzo. Ed era quello che gli era stato chiestro.

12 NOVEMBRE PARTITA NAPOLI - EMPOLI (0 - 1)

Il Napoli lo scorso anno sostanzialmente vinse lo scudetto ai primi dicembre. Conoscendo il tradizionale equilibrio della Serie A un record. Quest’anno sta battendo un altro record: a metà novembre sembra essere scucito il tricolore. La sconfitta al Maradona contro l’Empoli è un de profundis sulle ambizioni tricolori. Più ancora della sconfitta a preoccupare dovrebbe essere la partita giocata. Garcia, qualcuno dice per assecondare un ordine di De Laurentiis, ha fatto un po’ di turnover. Togliendo per altro due giocatori indispensabili, Zielinski e Kvara, quando non hai in campo Osimhen. Ma non è una questione di formazione iniziale. Perché Elmas e Simeone sono più che sufficienti contro l’Empoli. Il Napoli ha completamente sbagliato l’approccio alla partita. Squadra lenta, capace di un possesso palla tanto lungo quanto improducente. Colpa dell’allenatore? Garcia ha sbagliato qualcosa anche in questa circostanza. Sta di fatto però che in campo vanno i calciatori. Ed è difficile immaginare che il tecnico abbia loro imposto questa lentezza. Poi quando le cose devono andare male ci si mette anche la sfortuna. Un minuto prima del gol empolese Kvara aveva avuto, casualmente, il pallone della vittoria. Ma Berisha era stato bravissimo. E non si trattava neanche della prima parata importante. Sul rovesciamento di fronte il gol che ha deciso la partita. Magari, chi può dirlo, è stato un colpo di fortuna. Avesse segnato Kvara, ed il Napoli avesse vinto, le cose sarebbe andate peggio. Gli azzurri hanno bisogno di una scossa forte per riprendersi. Il gol di Kovalenho magari servirà a questo. Magari porterà De Laurentiis a capire che sta sbagliando tutto, magari interverrà sul tecnico.

08 NOVEMBRE PARTITA NAPOLI - UNION BERLINO (1 - 1)

Il Napoli non riesce a superare l’Union Berlino. Nulla di compromesso per la qualificazione agli ottavi di finale. Resta però l’amaro in bocca dopo una partita giocata male, che il Napoli era riuscito anche a sbloccare con un gol fortunoso di Politano. Poi se si vede il gol del pari dei tedeschi ti rendi conto che certe cose non si fanno neanche nelle scuole calcio. Calcio d’angolo per gli azzurri, con tutti nell’area avversaria. Fosse stato in pieno recupero, con la squadra che aveva la necessità di trovare un gol ci può anche stare. Ma il Napoli era in vantaggio, una cosa assolutamente senza senso. Poi non c’è stato nulla da fare. Gli azzurri ci hanno provato, ma hanno collezionato solo calci d’angolo. Vere occasioni da rete neanche una. Qualche mischia in area, e poco più. L’Union Berlino porta a casa un punto, il primo in questa Champions. Per altro i tedeschi erano reduci da 12 sconfitte consecutive, tra Bundes e Champions. Cosa è successo a Raspadadori e compagni? La squadra senza Osimhen sin qui aveva quasi sempre vinto, tranne il pari col Milan. Ma aveva vinto senza mai incantare. Diciamo che non è un grande momento di forma. Stavolta ha dato anche l’impressione di essere un po’ arrogante, sicura di vincere in un modo o nell’altro. Il primo tempo è stato quasi stucchevole. Il gol di Politano sembrava aver indirizzato la vittoria verso il Vesuvio, alla fine ha fatto più male che bene. Perché ha fatto sì che si accentuasse la convinzione di vincere. E’ mancata la cattiveria che era stata l’arma dello scorso anno. Colpa di Garcia? Non diciamo eresie, basta vedere il gol preso stasera. I giocatori non ci stanno con la testa, la verità è questa.

04 NOVEMBRE PARTITA SALERNITANA - NAPOLI (0 - 2)

Vittoria doveva essere, vittoria è stata. Non è stato un bellissimo Napoli quello che ha vinto a Salerno. Il Napoli dello scorso anno avrebbe distrutto l’avversaria. Invece dopo aver sbloccato la partita subito con Raspadori, gli azzurri invece di provare a chiuderla si sono accomodati nella propria metà campo. Ha fatto un grande possesso di palla, lasciando nulla agli avversari. Meret mai impegnato seriamente. Verrebbe da dire mai impegnato e basta. Per contro i campioni d’Italia hanno avuto varie occasioni per chiudere la sfida, riuscendovi però solo a dieci minuti dalla fine con Elmas. Il che significa che contro una squadra molto modesta, come testimonia la classifica, il risultato è stato in bilico in pratica fino alla fine. Il che non è mai un fatto positivo. Vittoria doveva essere, vittoria è stata. Ma senza esaltare nessuno. Questo per chi vuol vedere il bicchiere mezzo vuoto. Ma c’è anche la possibilità di dare una interpretazione diversa. Il Napoli ha vinto senza mai rischiare nulla, e lo ha fatto senza sprecare energie fisiche o mentali. Ha vinto da grande squadra. E’ facile, si fa per dire, vincere giocando bene, sprecando energie. Solo le grandi squadre riescono a vincere senza scomporsi più di tanto. Per altro un derby, atipico per quanto di voglia, sentito da una sola parte, quella granata. Ma pur sempre contro una squadra motivatissima, spinta al massimo da una tifoseria molto calda. L’Arechi di qui in avanti sarà un campo ostico per tutti. Aver vinto senza la necessità di impegnarsi è segnale di grande squadra.

29 OTTOBRE PARTITA NAPOLI - MILAN (2 - 2)

La verità? Se il calcio fosse solo uno spettacolo Napoli-Milan sarebbe stata una grande partita. Intensa, con due squadre che fino all’ultimo hanno cercato la vittoria. Ma poiché nel calcio conta anche far giocare male gli avversari, Napoli-Milan è stata una gara diciamo così poco esaltante. Quattro gol, potevano essere anche di più. Ma i gol, almeno tre, sonito errori dei due portieri. Ha sbagliato Meret sul primo gol di Giraud, ha sbagliato Maignan sui due gol del Napoli. E poco ci è mancato che il portiere milanista non regalasse anche un terzo gol ai padroni di casa, perdendo un pallone stupido al centro dell’area. Diciamolo subito: ad inizio partita il Napoli non avrebbe mai firmato per un pari. Alla fine del primo tempo però il rischio era di rivedere lo stesso disastro dello scorso anno. Il pareggio alla fine è giusto, non fosse altro che per il fatto che entrambe le squadre hanno da recriminare. La partita è girata ad inizio ripresa, con tre sostituzioni fatte da Garcia. Sta di fatto che il tecnico partenopeo aveva sbagliato la formazione iniziale. Il calcio ha poche regole, una delle più note è che per giocare serve almeno una punta. Simeone ha toccato in tutta la ripresa un paio di palloni. Ma la sua presenza ha sistemato tatticamente la squadra. Altra cosa che non si è capita, la presenza di Elmas in un ruolo che assolutamente non è il suo. Gli altri due cambi sono stati quasi naturali. Mario Rui è parso in difficoltà, e Rrahmani non ha preso una volta Giraud. Un pari che sembra chiudere definitivamente il discorso scudetto. Ammesso che qualcuno ci credesse ancora. Però una reazione nella ripresa che fa sperare per il futuro.

24 OTTOBRE PARTITA UNION BERLIN - NAPOLI (0 - 1)

Diciassette anni non hanno cambiato le cose: il cielo resta azzurro sopra Berlino. Nello stadio in cui l’Italia di Cannavaro vinse il suo quarto mondiale, il Napoli vince una gara di grande importanza, ipotecando la qualificazione agli ottavi. Diciamolo subito: non è stato un bel Napoli, decisamente inferiore non solo a quello dello scorso anno, ma anche, per restare ai giorni nostri, ma anche a quello che sabato aveva sbancato Verona. Ma contro l’Union Berlino anche il Real Madrid aveva giocato male. I tedeschi, alla loro terza sconfitta in Champions, hanno pensato solo a correre, a impedire agli avversari di fare gioco. Il Napoli ha faticato e non poco, non ha mai rischiato, ma ha costruito davvero poco. Oltre al gol di Raspadori, imbeccato da Kvara, azioni pericolose non se ne sono viste. Ed anche il gioco non è stato quello solito, con possesso palla lento, che ha sofferto non poco la furia tedesca. Rispetto alla partita di Verona un passo indietro, anche se la squadra ha dato l’impressione di badare soprattutto a non rischiare. Al Bentegodi la vittoria è stata larga, e poteva esserlo anche di più. Ma nel finale troppe occasioni ai gialloblù. Stavolta invece i padroni di casa non hanno mai creato pericoli veri per Meret. La vittoria del Real Madrid a Braga è un regalo per gli azzurri. Ai quali adesso basterà vincere contro il Berlino tra 15 giorni, e poi non perdere contro i portoghesi. Garcia respira, adesso del trittico indicato da De Laurentiis nel quale il tecnico francese si gioca il suo futuro, resta solo la partita col Milan. La più difficile, pochi dubbi. Ma adesso c’è la possibilità di dare una scossa alla stagione.

21 OTTOBRE PARTITA VERONA - NAPOLI (1 - 3)

Vittoria doveva essere, vittoria è stata. Il Napoli soffre un paio di minuti ad inizio partita a Verona. Poi prende il controllo della partita, e non c’è più storia. Il 3-1 finale sta anche stretto alla squadra di Garcia, che ha avuto solo un piccolo calo dopo il gol del 3-0. Ma il Verona nonostante il gol, fortuito, non ha mai davvero messo in difficoltà la difesa azzurra. Vittoria doveva essere dopo le due settimane più folli della storia recente degli azzurri. Ha fatto tutto il presidente De Laurentiis. Con dichiarazioni per tanti versi sconcertanti. Salvo poi provare a dare la colpa ai giornalisti che mai come in questo caso non hanno fatto assolutamente nulla. Il tempo dirà poi se tutto questo è stato un errore, o l’inizio della svolta. Mancavano Osimhen e Anguissa. Garcia ha dato fiducia, a sorpresa, a Raspadori, e più logicamente a Cajuste. Quest’ultimo è stato autore di una prestazione di tutto rilievo, lontano parente del calciatore che alla prima di campionato fece maluccio a Frosinone. Raspadori, preferito a Simeone, ha fatto la sua parte, autore dell’assist per Politano che ha aperto la partita. Ma tutto il Napoli ha fatto bene, magari anche per la pochezza degli avversari. Il raddoppio di Kvara ha difatto chiuso la partita prima della fine del primo tempo. Bellissimo, sempre del georgiano, e sempre su assist di Politano, il terzo gol, un contropiede perfetto. Adesso sotto con l’Union Berlino, martedì il Napoli si gioca una carta importante in ottica qualificazione. E poi domenica c’è il Milan. Da vendicare lo 0-4 dello scorso campionato, e l’eliminazione in Champions. Ma è presto, adesso da festeggiare questa vittoria e preparare Berlino. Per il Milan c’è tempo.

08 OTTOBRE PARTITA NAPOLI - FIORENTINA (1 - 3)

Non è l’anno del Napoli, lo si era capito da tempo. Contro la Fiorentina la riprova. Ci sta che dopo uno scudetto sia difficile ripetersi. In Italia è quasi impossibile. In estate era necessario fare una rivoluzione, si è preferito mantenere la squadra campione. Stavolta è stata una resa quasi senza condizione. Contro la Lazio gli azzurri avevano fatto un eccellente primo tempo, per poi venire meno nella ripresa. Anche martedì contro il Real la partita era stata abbastanza equilibrata Stavolta il dominio della Viola è stato ininterrotto. Il 3-1 finale fotografa la partita, anzi magari è un po’ generoso con Osimhen e compagni. Il Napoli ha costruito una sola vera occasione, nei primi minuti, sprecata da Di Lorenzo. Poi ci sono state due occasioni per Osimhen. Sulla prima è arrivato il rigore, sulla seconda il centravanti nigeriano ha sprecato malamente. In entrambe le occasioni però erano stati clamorosi errori dei gigliati a lanciarlo. Il Napoli ha rischiato di passare in vantaggio, ma la sensazione era negativa al massimo. Per contro gli ospiti hanno costruito varie occasioni, nitide. La verità amara è che stavolta non c’è stato nessuno a meritare la sufficienza. A cominciare dal capitano Di Lorenzo, che dopo aver mancato la prima occasione si è fatto anticipare in occasione del primo gol viola. Anche Garcia, che magari è il meno responsabile, stavolta non ci ha capito nulla. Alla fine le ha provate tutte, mettendo dentro tutti gli attaccanti possibili. Ma togliendo Osimhen, il che francamente è inspiegabile.

03 OTTOBRE CHAMPIONS NAPOLI - REAL MADRID (2 - 3)

Alla fine il Napoli è costretto ad inchinarsi al Real Madrid. Un 3-2 finale che non pregiudica la qualificazione, anzi la vittoria del Braga a Berlino è un fatto positivo per gli azzurri. Sta di fatto che, nonostante il risultato sia stato deciso da un autogol sfortunato di Meret, si è avuta la dimostrazione di una inferiorità netta con la squadra di Ancelotti. Dire che il Napoli abbia giocato male non sarebbe corretto. Ma chi ha assistito alla partita non ha mai avuto la sensazione che Osimhen e soci potessero vincere. Magari il pari sarebbe stato il risultato più giusto, ma la superiorità degli spagnoli non è mai stata in discussione. E pensare che le cose si erano messe bene, con un gol di Ostigard in apertura. Ma anche prima del vantaggio azzurro la sensazione di una superiorità dei madridisti era stata evidente. Il pareggio, nato da un errore di Di Lorenzo, ed il gol del vantaggio ospite ci stavano tutto alla fine del primo tempo. Nella ripresa Garcia ha cambiato qualcosa. In parte si è rivisto lo spirito dello scorso anno, col Napoli che ha provato a pressare alto. Il pari su rigore, regolamento alla mano il rigore ci sta, ma francamente è parso eccessivo, ha dato ulteriore fiducia a Osimhen e soci. Ma di occasioni per fare il terzo gol non ce ne sono state. Lo sfortunato autogol di Meret ha dato la vittoria ai vice-campioni di Spagna. Ma ripetiamo il concetto: il pari sarebbe stato più giusto, anche se la superiorità dei blancos è parsa evidente. Almeno questa sera la differenza è parsa notevole.

30 SETTEMBRE PARTITA LECCE - NAPOLI (0 - 4)

Il Napoli non è come Paganini. A Lecce ha concesso il bis. Ci eravamo lasciato tre giorni prima con il poker all’Udinese, gli azzurri si sono ripetuti al Via del Mare. Quattro gol anche al Lecce, a conferma di una ritrovata condizione. Tutto facile, in apparenza almeno. La squadra di D’Aversa era la rivelazione del campionato. Un rullo compressore in casa, con 3 vittorie su 3 gare disputate. In settimana, per dirne una, aveva fatto vedere i sorci verdi alla Juve, che ha vinto con “aiutino”, ma che a tratti ha subito il gioco dei pugliesi. Pugliesi che hanno provato anche a mettere sotto gli azzurri. Ma si è capito subito che non ci sarebbe stata partita. Il gol di Ostigard al quarto d’ora ha fatto il resto, mettendo la sfida in discesa per i ragazzi di Garcia. Si trattava per il Napoli della quinta partita in 15 giorni, ma Garcia ha mescolato bene le carte, partendo senza Politano e Osimhen, e nella ripresa ha dato minuti di riposo anche a Kvara, Lobotka e Zielinski. Ha fatto impressione vedere soprattutto il nigeriano partire dalla panchina. Ma Osimhen, che immaginiamo essere “incazzato” con la società ha dato prova di grande professionalità. Quando ad inizio ripresa è entrato in campo per Simeone, ha impiegato una manciata di minuti per chiudere la partita. Poi non ha esultato, ma chi se ne frega, importante è che butti la palla dentro. Certo fa riflettere che ancora una volta ha lasciato ad un compagno di battere un calcio di rigore. Il Napoli sin qui ha avuto 5 tiri dal dischetto, il nigeriano ne ha calciati solo due, non è una cosa da bomber di razza.

27 SETTEMBRE PARTITA NAPOLI - UDINESE (4 - 1)

Una vittoria che vale più di tre punti, pochi dubbi. Che sia la partita della svolta è difficile dirlo adesso. Il Napoli ha giocato la migliore partita sin qui di questa stagione. Decisamente meglio anche della partita di Bologna, dove pure gli azzurri non avevano fatto male. Il tempo dirà se è stato un fatto occasionale, dovuto alla reazione nervosa di una squadra che era entrata nel mirino della critica. Magari però è solo frutto di una condizione che sta crescendo. O, perché no, che la squadra ha iniziato a capire cosa vuole Garcia. Probabilmente un cocktail delle tre cose. Un Napoli in cui tutti hanno giocato bene. Ma facciamo tre nomi. Il primo, facile, quello di Kvaratskeila. Il georgiano ha provocato il rigore che ha aperto la partita; ha segnato il terzo gol. E prima di uscire ha servito un assist delizioso a Simeone per il gol del 4-1. Nel mezzo di pali clamorosi. Il secondo nome quello di Natan. Perfetto. Adesso non vorremmo che qualche genio accusasse Garcia per non averlo utilizzato prima. Il centrale brasiliano non è Kim. Ha caratteristiche diverse, ma non è un bidone. Ma ci piace fare soprattutto un nome, quello di Zielinski. Si è preso la responsabilità di calciare un rigore con un pallone “medicinale”. Poi ha preso per mano la squadra, una prestazione straordinaria, anche in fase di non possesso. Il tempo ci dirà se, finalmente, è diventato il giocatore fenomenale che lascia intendere la sua tecnica. O se sarà un fuoco di paglia, e che tornerà al solito suo rendimento incostante.

24 SETTEMBRE PARTITA BOLOGNA - NAPOLI (0 - 0)

A Bologna arriva un Napoli che è l’ombra dello squadrone dello scorso anno. La vittoria in Portogallo nella prima di Champions ben lungi da gasare l’ambiente, ha evidenziato fosche nubi sulla squadra. E’ un Napoli che conclude poco, anche quando domina il campo. E dopo aver trovato il gol, come col Sassuolo, si rintana in difesa. Alla fine la vittoria è arrivata, ma dopo il pari del Braga, c’è voluto un clamoroso autogol dei padroni di casa, ed un palo nel finale per dare i 3 punti alla squadra di Garcia. Vittoria meritata, nel complesso. Ma quanti dubbi. A Bologna in verità il Napoli ha giocato la migliore partita stagionale. Sin qui era stato un progressivo regresso, sempre peggio. Dalla discreta prestazione di Frosinone, alla pessima in Portogallo. Stavolta il Napoli ha tenuto il campo per tutta la partita. Ha costruito abbastanza palle gol, alcune clamorose come quella del palo di Osimhen, con Kvara incapace di ribadire in porta da un metro, anche se non era semplice. Addirittura un calcio di rigore nella ripresa, ma Osimhen lo ha fallito. Insomma tanto Napoli, non come lo scorso anno, ma decisamente meglio delle precedenti uscite. Per contro il Bologna ha calciato verso Mereto in una sola circostanza. Alla fine però si è parlato solo della delusione di Kvara e Osimhen che al momento della sostituzione hanno avuto gesti poco carini verso Garcia. In verità se i problemi del Napoli fossero solo questi… non ci sarebbero problemi. Di positivo c’è stata la prestazione. E questo è un bel segnale.

16 SETTEMBRE PARTITA GENOA - NAPOLI (2 - 2)

Lo scorso anno il Napoli ha perso 4 volte in campionato. Dopo ogni sconfitta ha immediatamente rialzato la testa, vincendo la partita successiva. Era lecito attendersi una cosa del genere anche stavolta, per di più contro il Genoa, un avversario non certo all’altezza dei campioni d’Italia. E’ mancato davvero poco invece ad una seconda sconfitta consecutiva. Gli azzurri hanno giocato una partita sconclusionata. Incapaci di creare occasioni da rete, per di più i Grifoni, che man man hanno preso coraggio, hanno avuto l’occasione in più circostanze di impensierire Meret. Il primo gol dei rossoblù arriva su angolo, con la difesa azzurra completamente svampita. Il gol è di Bani, che per ultimo uccella Juan Jesus ha guardato solo il pallone, non seguendo il suo avversario che ha avuto la possibilità di battere di testa da pochi passi. Il secondo gol, se vogliamo, ancora più assurdo. Ancora un angolo, 7 giocatori del Napoli a controllare 3 rossoblù. Ma Ostigard ha ostacolato Meret, più che aiutarlo, e sulla respinta, corta, del portiere friulano,  Strootman la rimette dentro e trova Retegui che indistrubato la mette dentro. Il Napoli non reagisce. Alla mezz’ora sembra tutto finito. Ma poi Raspodori, in campo da pochi minuti, trova un gran tiro che riapre la partita. E Politano, imbeccato da Zielinski 10 minuti dopo trova il gol del pari. Mancano ancora una decina di minuti, recupero compreso. Il Genoa è terrorizzato, ma il Napoli non osa. Quando Garcia al minuto 89 cambia Kvara con Zerbin il segnale è chiaro a tutti.

02 SETTEMBRE PARTITA NAPOLI - LAZIO (1 - 2)

Se col Sassuolo era arrivata la seconda vittoria stagionale, che aveva cancellato qualche piccolo campanello di allarme, col la Lazio è arrivata la prima sconfitta. Sconfitta che ripete quella della scorsa stagione. Ma con tante differenze. La scorsa primavera il Napoli aveva praticamente già vinto il campionato. Sarri venne a Napoli abiurando il suo sistema di gioco. Vinse raccogliendo il massimo da un gol di Vecino, dopo che gli azzurri avevano dominato in lungo e largo. Stavolta le cose sono andate in modo diverso. La Lazio ha ripetuto il catenaccio dello scorso anno, trovando il gol del vantaggio alla prima puntata in area azzurra. Prima del gol di Luis Alberto era stato Provedel, il portiere biancoceleste, protagonista su Kvara. Si era alla mezz’ora del primo tempo. Il Napoli ha impiegato due minuti per trovare il pari, con un tiro di Zielinski deviato da Romagnoli. Col senno del poi possiamo dire che questo gol ha fatto più male che bene agli azzurri. Che sino a quel momento avevano dominato. Il pari immediato magari ha fatto abbassare l’attenzione. Nella ripresa il Napoli ha avuto un’altra occasione con Zielinski. Poi è calato il buio più totale. Kamada al minuto 52 ha riportato la squadra di Sarri in vantaggio. Azione bella, senza però alcuna opposizione della difesa azzurra. E stavolta non c’è stata reazione. Alla Lazio sono stati annullati dal Var due gol per fuorigioco. Il Napoli non ha mai centrato lo specchio della porta. Male, molto male. Persa la vetta dopo un anno.

27 AGOSTO PARTITA NAPOLI - SASSUOLO (2 - 0)

Dopo il Frosinone nuova vittoria per gli azzurri, stavolta in casa contro il Sassuolo. Anche in questo caso vittoria largamente annunciata. Il Sassuolo anche in questo mercato ha perso un pezzo pregiato. Per di più al Maradona si è presentato privo del suo pezzo forte, Berardi. Per il Napoli la partita si è messa subito in discesa grazie ad un calcio di rigore trasformato da Osimhen: per il nigeriano, capocannoniere della scorsa stagione 3 gol in poco più di 100 minuti. Sembrava l’inizio di una goleada. Nelle ultime due stagioni a Fuorigrotta è finita sempre con larghissime vittorie azzurre. 6-0 il primo anno con Spalletti in panchina, 4-0 lo scorso anno. Ma qualcosa è cambiato. Il Napoli di Spalletti dopo aver segnato il primo gol non ha mai pensato di rallentare il suo gioco. Lo scorso anno si fermò solo sul 3-0, prima di arrotondare nella ripresa. Si vede che Garcia sta cercando di cambiare qualcosina. Ed ecco che la squadra dopo essere passata in vantaggio ha smesso di attaccare in modo massiccio, pensando ad amministrare la partita. Il Sassuolo, che sembrava votato al martirio, poco alla volta ha preso coraggio. A dire il vero non ha mai creato pericoli per la porta di Meret. Ma ci ha provato. Riuscendo per altro a rimanere in partita, cosa che non era riuscita nelle ultime uscite al Maradona. Ad inizio ripresa l’espulsione di Lopez ha chiuso ogni discorso. Prima ancora del gol di Di Lorenzo. Il gol del capitano arriva su un delizioso assist di Kvaratskeila, un paio di minuti dopo l’ingresso in campo del georgiano.

19 AGOSTO PARTITA FROSINONE - NAPOLI (1 - 3)

Buona la prima. Il Napoli con lo scudetto sul petto riparte da una vittoria in trasferta. Vittoria largamente attesa alla vigilia, vista la differenza dei valori tra le due squadre. Ma nel calcio mai dare nulla per scontato. Esattamente come lo scorso anno gli azzurri iniziano la stagione subendo un gol. A Verona lo scorso anno fu a seguito di un calcio d’angolo. Stavolta su un calcio di rigore, per altro molto dubbio. A Verona ci pensarono Kvara, Osimhen a capovolgere il risultato nel primo tempo, salvo poi ad inizio ripresa subire il gol del pareggio, cui posero rimedio Zielinski prima e Lobotka dopo. Stavolta il risultato è stato ribaltato da Politano e Osimhen, prima che il nigeriano chiudesse il conto. Nel frattempo il Frosinone aveva colpito un palo su calcio di punizione. Tutto sommato una vittoria meritata, ma la differenza dei valori in campo era troppo evidente. Garcia ha cambiato poco o nulla la formazione dello scorso anno. Dei nuovi arrivati il solo Cajuste è in campo dal primo minuto, al posto di Anguissa, non al top della condizione dopo un problema muscolare. Poi c’è Juan Jesus per Kim. Cajuste ha avuto un debutto choc, causando il rigore del vantaggio ciociaro (anche se il rigore probabilmente non c’era), poi ha rimediato un’ammonizione. Garcia lo ha sostituito alla fine del primo tempo. Raspadori al posto di Kvara, cambio dovuto al fatto che il georgiano non fosse al top: l’anno scorso Spalletti preferiva Elmas. E’ presto per esprimere giudizi. Se il buon giorno si vede dal mattino è un bel segnale.

COMMENTI PARTITE BASKET

5 MAGGIO PARTITA NAPOLI - SCAFATI (102 - 92)

Chiude col botto la Ge.Vi. Napoli, che nel derby con Scafati, ultima partita stagionale, vince sfondando il muro dei 100 punti. Equilibrio tra le squadre nei primi minuti. Scafati allunga 6-13 costringendo il coach azzurro al primo time out. Reagisce Napoli che piazza un parziale 8-0 effettuando il sorpasso a metà tempo sul punteggio di 14-13. La schiacciata di Sokolowski regala il più tre Napoli a due minuti dalla fine del primo periodo 20-17. Gentile, e la bomba di Blakes consentono a Scafati di effettuare il contro sorpasso 20-22. Le squadre chiudono il primo quarto in parità 25-25. Nel secondo tempo con Zubcic ed Ennis molto ispirati, Napoli vola avanti più 8. Reagisce Scafati con un parziale 0-5, ma le bombe di Owens, Lever e Brown riportano avanti la Gevi di 10 lunghezze sul 48-38 a due minuti dall’ intervallo lungo. Le squadre vanno al riposo con Napoli in vantaggio sul punteggio di 56-46. Scafati in avvio terzo tempo prova ad accorciare le distanze portandosi a meno 5 sul 59-54 dopo due minuti. Lever replica segnando la sua terza bomba seguito immediatamente dal solito Blakes. Ma Sokolowski con 5 punti consecutivi riporta Napoli a più 10 sul 67-57 dopo quattro minuti. La Gevi gestisce il vantaggio portandosi anche a più 13 sul 72-59. Reazione di Scafati che a tre minuti dalla fine del tempo si riporta a meno 8. Pullen con 5 punti consecutivi riporta Napoli a più 13 sul 77-64. La schiacciata di Dut Mabor al suo quinto punto consente a Napoli di raggiungere il massimo vantaggio 79-65. Anche Saccoccia va a referto con due liberi realizzati. Il terzo tempo si chiude con la Gevi avanti nel punteggio 85-72. Parte forte Scafati nell’ultimo quarto con un parziale di 0-7. Napoli trova il suo primo canestro con Ennis dopo più di tre minuti. A metà dell’ultimo quarto Scafati accorcia a meno 6 sul punteggio di 89-83 e Milicic chiama Time out. La bomba di Pullen riporta Napoli a più 9 e Scafati si rifugia nel time out. A due minuti dalla sirena Napoli gestisce il vantaggio portandosi a più 11 sul punteggio di 98-87. Nel finale Napoli è in controllo e Sokolowski da tre sfonda il muro dei 100. La Gevi Napoli si aggiudica il derby con il punteggio di 102-92.

21 APRILE PARTITA NAPOLI - TRENTINO (93 - 103)

Due passaggi a vuoto, ad inizio del primo e del quarto periodo di gioco, condannano la Ge.Vi. nella sfida diretta di Trento. Adesso il sogno play-off sembra essere svanito del tutto. Avvio bruciante di Trento con un parziale di 0-5. Brown segna da tre il primo canestro Gevi, ma Trento allunga sul punteggio di 3-12, e Milicic è costretto al primo time out. A metà periodo Napoli è ancora sotto di 10 lunghezze 9-19. Pullen realizza 4 punti consecutivi e riporta la Gevi a meno 6 sul 13-19. 7 punti consecutivi di Ennis portano Napoli a meno uno ad un minuto dalla fine del primo tempo sul 20-21. Il finale, con una bomba ancora di Ennis, recita 23-23 con 14 punti realizzati dal play azzurro. Regna l’equilibrio in apertura del secondo periodo. Si segna da una parte e dall’altra. Zubcic con un’azione da tre punti porta avanti Napoli 34-30. A metà periodo la Gevi conduce 41-36. La Gevi con Zubcic scatenato e Sokolowski allunga sul 48-40 costringendo Trento al primo time out. Forray con la sua terza bomba ed Alviti provano ad accorciare, ma si va all’intervallo lungo con la GEVI Napoli avanti nel punteggio 53-50. Nella terza frazione parte bene Trento che con Alviti e Baldwin da tre effettuano subito il sorpasso sul 56-58. Dopo aver segnato il canestro della parità viene fischiato tecnico a Zubcic. Owens da tre firma il sorpasso. A metà periodo il punteggio vede Napoli avanti 65-62. Biligha con 16 punti realizzati tiene Trento agganciata alla partita a meno uno. Owens è scatenato, e con due bombe riporta Napoli avanti 75-73 ad un minuto dalla fine. Il terzo tempo si chiude con la Gevi avanti nel punteggio di 77-75. La partita si decide nell’ultimo periodo. Trento con un parziale di 0-6 vola sul 77-81 e costringe Milicic al time out. Ancora Trento allunga a metà tempo sul punteggio di 80-90 con la bomba di Hubb. Napoli non trova più il canestro, e la Dolomiti Energia aumenta il suo vantaggio a più 19 a tre minuti dalla sirena finale 80-99. Nel finale la Gevi Napoli prova ad accorciare il divario, ma Trento trova con il successo due punti importanti per la corsa play off, e si impone con il punteggio finale di 93-103.

14 APRILE PARTITA NAPOLI - SASSARI (88 - 79)

Vince la Gevi in casa contro Sassari. Dopo la vittoria in Coppa Italia la squadra napoletana si era un po’ disunita. E la classifica aveva iniziato a diventare se non preoccupante certamente non bella come lo era stata nel girone di andata. Adesso la Gevi è salva, e nelle ultime tre partite si giocherà i play-off Alla vigilia della sfida Igor Milicic, il coach della Gevi era stato chiaro: “L’importanza di questa partita è cruciale. Stiamo fiutando nell’aria questa sensazione già da qualche giorno. Per noi non esiste nessuna altra strada se non quella di mettere in campo tutto ciò che abbiamo per quaranta minuti. Cercare il momento che ci possa finalmente riportare ad una striscia di vittorie in queste ultime gare della stagione.” Dopo un primo quarto equilibrato, in avvio del secondo periodo allungo dei partenopei con 4-0 di parziale. Reazione immediata di Sassari con un 0-5, e Milicic chiama il primo time out della gara con la Generazione Vincente avanti 29-26. La bomba di Brown riporta Napoli avanti di 8 a metà periodo sul 38-30. Massimo vantaggio a 4 minuti dall'intervallo lungo per la Gevi 42-33 con Sassari che si rifugia nel time out. La reazione di Sassari non si fa attendere con un parziale 0-7 che riporta gli isolani a meno 1 sul 42-40 a due dalla fine del periodo. La bomba finale di Jefferson regala a Sassari il vantaggio al riposo lungo 42-43. Sembrava un’altra partita maledetta. Ma nel terzo periodo la Gevi ha giocato come piace a Milicic che evidentemente era stato chiaro nello spogliatoio. La Gevi gestisce la partita al meglio e chiude il periodo avanti di 5 punti, 66 a 61. Nel quarto ed ultimo periodo Ennis sale in cattedra e Napoli vola a più 14 sul punteggio di 81-67. Le bombe di uno scatenato Jefferson riportano Sassari a meno 10 a tre dalla fine 83-73. Sale la tensione nel finale. La posta in palio è importantissima per le due squadre. Sassari sbaglia molto nel finale, e la Gevi controlla il meritato vantaggio sono alla fine tornando al successo dopo un lungo periodo con il punteggio di 88-79.

7 APRILE PARTITA VARESE - NAPOLI (113 - 79)

Ancora una sconfitta per la Generazione Vincente Napoli Basket che al termine di una gara nervosa, viene superata dalla Pallacanestro Varese con il punteggio di 113-79. Una sconfitta netta, diciamo anche imprevista contro una squadra che classifica alla mano era inferiore. Ma dopo la vittoria della Coppa Italia la Ge.Vi. non è più la stessa. Grande intensità nel primo quarto di gioco. Partita molto equilibrata con gli ex Owens e Brown molto ispirati in avvio di gara. Ma nel finale di tempo Varese allunga a più 5. La Gevi reagisce con Ennis che realizza 6 punti. Varese comunque chiude in vantaggio il primo tempo con il punteggio di 27-26. In avvio del secondo periodo la squadra di Milicic parte forte, ma Varese precisa nel tiro da tre con Gabe Brown, si riporta avanti. La Gevi con Owens cerca di restare in partita, ma nella seconda metà del periodo Varese con Moretti allunga raggiungendo sul 50-41 il massimo vantaggio. La Gevi è imprecisa dalla distanza, e la Pallacanestro Varese va all’intervallo lungo avanti di 11 lunghezze sul punteggio di 54-43. Provano a reagire gli azzurri in avvio della terza frazione di gioco ancora con Owens, ma il distacco è sempre in doppia cifra 66-56. Si segna poco, ed Ennis sbaglia due liberi importanti. Zubcic a due minuti dalla fine del periodo segna la sua prima bomba riportando Napoli a meno 9 sul 68-59, ma Mannion con 5 punti consecutivi ricaccia indietro la Gevi a meno 14. Il terzo tempo si chiude con Varese avanti nel punteggio 75-63. La Gevi Napoli subisce in avvio dell’ultimo tempo 4-0 di parziale. La partita si innervosisce, e vengono fischiati agli azzurri fallo tecnico e antisportivo. Varese vola a più 21 dopo appena un minuto e mezzo sul 84-63. Ad Ennis viene fischiato un altro fallo antisportivo, e viene espulso. La Pallacanestro Varese dilaga, e dopo 4 minuti si porta a più 28 sul 96-68. La partita praticamente non ha più nulla da dire, con gli azzurri che non riescono a ridurre lo svantaggio. Milicic da spazio nel finale a Dut Mabor, Ebeling ,Lever, Bamba e Sinagra, e la gara si chiude con la sconfitta della Gevi Napoli con il punteggio di 113-79.

30 MARZO PARTITA NAPOLI - VENEZIA (90 - 97)

Sconfitta casalinga per la Ge.Vi. che al termine di una gara nervosa e combattuta, non riesce nell’impresa di completare la rimonta e viene superata dalla Reyer Venezia con il punteggio di 90-97. La squadra di Milicic gioca una partita di grande intensità, ma priva nel finale di Owens espulso nel terzo quarto, cede a Venezia di misura. Parte forte la Gevi Napoli che piazza subito un parziale 8-2 e costringe dopo 2 minuti Venezia a chiamare time out. La Reyer reagisce immediatamente, e con un parziale di 2-10 effettua il sorpasso sul punteggio di 10-12. Prende il largo nel finale di tempo Venezia che si porta a più 8 a 100 secondi dalla fine del primo periodo 14-22 costringendo Milicic al time out. Il primo tempo si chiude sul 14-24. In apertura del secondo periodo Pullen realizza la prima bomba della partita della Gevi, e prova a ricucire lo svantaggio con due liberi che portano gli azzurri a meno 6 sul 23-29. Pullen è scatenato, e con la seconda bomba porta gli azzurri grazie alla schiacciata di Zubcic a meno 1 sul 30-31. Owens con un gioco da tre punti firma il contro sorpasso 33-31. La Reyer Venezia reagisce immediatamente, e con un parziale di 0-8 si riporta avanti 33-39 a metà periodo. Il finale di tempo è tutto per Venezia che ritrovata la fiducia allunga a più 14 sul 35-49. Ennis prova a contenere lo svantaggio, ma la Reyer da tre non sbaglia nulla. All’intervallo Iungo il punteggio vede Venezia avanti 42-54. La bomba di Brown in avvio del terzo tempo consente alla Gevi di portarsi a meno 10 sul 48-58. La partita si innervosisce  Dopo aver commesso fallo tecnico Owens viene anche espulso. Gli arbitri fischiano tecnico anche ad Ennis, ed a Simms. Intanto Venezia si riporta a metà tempo avanti di 14 lunghezze sul 53-67. La Reyer gestisce il vantaggio nel finale del terzo periodo che si chiude sul punteggio di 62-79. Nell’ultima frazione di gioco un sussulto della Gevi con le bombe di Brown ed Ennis riporta gli azzurri dopo tre minuti a meno 9 sul 74-83. Pullen con un’altra bomba fa esplodere la Fruit Village Arena e riporta la Gevi a meno 6 a metà tempo sul 79-85. La squadra di Milicic ci crede e con Zubcic si porta a meno 4 a tre minuti dalla fine sul 83-87. Venezia resiste al ritorno di Napoli, e reagisce riportandosi a più 7 a due minuti dalla sirena finale. Il punteggio finale recita 90-97 per Venezia. Tabellino:
Pullen 25, Ennis 20, Zubcic 8, Owens 10, Sokolowski 10, Lever 2, Mabor, De Nicolao 6, Brown 9, Ebeling n.e, Bamba n.e. Sinagra n.e.

16 MARZO PARTITA NAPOLI - PISTOIA (93 - 95)

Seconda sconfitta consecutiva per la Ge.Vi. Napoli, stavolta in casa contro Pistoia. Una vittoria arrivata al supplementare, sfumata solo nei secondi conclusivi. Parte forte la Gevi Napoli con un parziale 5-0 firmato Sokolowski-Owens. Immediata la reazione di Pistoia che effettua il sorpasso 8-12 a metà prima frazione di gioco. Ennis e Pullen firmano il contro break 6-0 per il 14-12. La partita vive di strappi tra le due squadre. Ad un minuto dalla sirena Pistoia è nuovamente avanti 16-19. Il primo tempo si chiude con il punteggio 18-21 per i toscani. Torna avanti la squadra di Milicic a metà secondo quarto 30-27 con due bombe di Brown. Anche Ennis e Zubcic segnano dalla distanza. Napoli allunga 36-29 e costringe Pistoia al time out. A due minuti dall’intervallo lungo gli azzurri con la bomba di Zubcic trovano il massimo vantaggio 41-31. Reagisce Pistoia con un parziale 0-7. Il primo tempo si chiude con Napoli avanti 41-38. In avvio del terzo quarto Pistoia piazza un break 0-5. Napoli reagisce con Owens, ma due falli tecnici fischiati a Zubcic ed alla panchina azzurra portano avanti la Estra 45-47 dopo tre minuti. Le bombe di Willis e Moore portano Pistoia a più 8 sul 45-53 a metà terzo tempo. Dopo il time out Napoli torna in campo piazzando un contro break 5-0 e si riporta a meno 3 lunghezze. La Gevi sulle ali dell’entusiasmo allunga ancora ed effettua il sorpasso 58-55 a due dalla fine del periodo. Ad un minuto dal termine i liberi di Brown portano avanti Napoli a più 3. Il terzo quarto si chiude con il punteggio di 61-59. In apertura dell’ultimo e decisivo periodo Pistoia trova due bombe pesantissime che la riportano avanti 61-65. La partita è tiratissima. Willis segna la bomba del più 7 a metà ultimo quarto sul 66-73. Il finale è incandescente. I liberi di Sokolowski e Pullen riportano la Gevi a meno 2 quando mancano tre minuti al termine. A due dalla fine Zubcic firma la parità 75-75. Pistoia non molla mai e si riporta avanti con Willis. Owens segna solo un libero. Ma è Sokolowski che dalla lunetta firma la parità 77-77 a 40 secondi dalla fine. Ogbeide segna per Pistoia, e Pullen firma la parità 79-79 a 17 secondi dalla sirena finale. Napoli spende i due falli a disposizione, Pistoia non trova il canestro della vittoria e la partita va al supplementare. Pullen e Willis firmano i primi due canestri dell’over time. Viene fischiato l’ennesimo tecnico a Napoli con Brown. Dalla lunetta Moore porta avanti la Estra 81-82. Sokolowski da tre e Pullen fanno esplodere il Fruit Village Arena 86-82 Napoli torna avanti. Pistoia non cede mai e Willis con 5 punti consecutivi riporta avanti Pistoia 86-87. A 30 secondi dalla fine con il canestro di Ennis è ancora perfetta parità 91-91. Varnado è glaciale in lunetta a 21 secondi dalla sirena. Brown pareggia, ma è di Moore sulla sirena il canestro della vittoria di Pistoia 93-95.

10 MARZO PARTITA TORTONA - NAPOLI (97 - 72)

Si ferma a Derthona il cammino trionfale della Ge.Vi. Napoli che tre settimane fa ha vinto la Coppa Italia. Contro un avversario all’altezza, fatali i quarti “dispari”, il primo ed il terzo. Non è la prima volta che il quintetto napoletano sbaglia l’approccio alla sfida. In altre occasioni il recupero è riuscito, stavolta non c’è stato nulla da fare. Parte forte la Bertram Tortona che dopo due minuti è già avanti 7-3. Sono di Sokolowski i primi punti di Napoli. Owens lotta sotto le plance, ma a metà della prima frazione di gioco, il punteggio premia Tortona 10-8. La partita è equilibrata con punteggio basso, ma la squadra di De Raffaele allunga a due dalla fine sul 19-9 con un parziale 9-1 che costringe Milicic a chiamare time out. La Gevi fatica a trovare il canestro, ed il primo quarto si chiude con Tortona avanti di 10 sul 21-11. Reagisce Napoli in avvio di secondo quarto con un parziale di 0-4 che riporta gli azzurri a meno 6 sul 21-15. Pullen si illumina con bomba ed assist sontuoso per Brown, e riporta Napoli a meno 3 sul 23-20. Immediata la replica di Tortona che piazza un parziale tremendo di 11-0, e torna avanti 34-20. Zubcic trova i suoi primi punti dalla lunetta, ma a tre minuti dall’intervallo lungo è ancora più 13 Tortona. Brown segna tre liberi e porta Napoli a meno 10 sul 40-30. A metà gara Napoli con il 27% nel tiro da due va al riposo sotto di 11 lunghezze sul 44-33. Anche in avvio del terzo quarto Napoli non sembra ritrovarsi, e dopo due palle perse consecutive Milicic chiama subito time out. Tortona trova due bombe di Obasohan, e si riporta a più 14 sul 53-39 dopo tre minuti. A metà periodo la squadra di coach De Raffaele trova il massimo vantaggio più 18 sul 59-41. La Gevi non riesce a reagire, e Tortona con oltre il 40% di realizzazione da tre punti, vola a più 24 sul 72-48. Il canestro realizzato da Ross da oltre venti metri di distanza sul filo della sirena è l’esatta fotografia della partita. Il terzo quarto si chiude 78-50. Il quarto tempo non ha storia.

3 MARZO PARTITA NAPOLI - TREVISO (95 - 81)

L’aria di festa stava per giocare un brutto scherzo alla Gevi. Era il giorno dell’abbraccio dei tifosi, a due settimane dal trionfo in Coppa Italia. Palazzetto esaurito, aria di festa, con i giocatori presi soprattutto dell’affetto dei tifosi. E la partenza contro Treviso è stata abbastanza choc. Manca ai partenopei soprattutto la precisione al tiro. Il primo quarto si chiude con i veneti avanti di 8 punti, 26 a 18. La squadra di Milicic anche in avvio di secondo quarto non riesce a trovare precisione al tiro, e Treviso allunga a più 11 sul 22-33. Ennis commette il terzo fallo ed è costretto ad uscire. Anche Paulicap ed Olisevicius commettono il terzo fallo. La partita si accende a tre minuti dalla sirena dell'intervallo lungo Treviso è avanti 29-39. Sokolowski con 15 punti realizzati prova a spingere Napoli alla rimonta 34-39. I primi due quarti con la bomba di Zubcic si chiudono con Treviso avanti 37-44. Dopo l’intervallo lungo la Gevi si ritrova. Migliora la precisione al tiro, anche se Treviso tiene botta. Il terzo tempo si chiude con gli ospiti ancora avanti, ma di appena un punto. 68 a 67, ma si capisce che il vento è cambiato. Il quarto quarto è una specie di marcia trionfale, Napoli lo chiude con un parziale di 28 a 13, un più 15 parziale che porta il risultato finale sul 95 a 81. Dei 95 punti della Gevi, 58 sono arrivati nella seconda parte della partita, contro i 37 della prima metà. Il finale di Napoli è un tripudio! La Generazione Vincente Napoli Basket torna al successo in campionato al termine di una partita combattutissima con la bomba di Brown e la schiacciata di Zubcic. Adesso il campionato torna alla normalità, dopo la final eigth di Coppa Italia e la sosta per la nazionale. Napoli tornerà in campo, ospite del Derthona. Una gara molto più impegnativa, almeno sulla carta, rispetto a questa contro Treviso. Servirà la Gevi della Coppa Italia, diciamo quella della seconda metà della partita di ieri.

18 FEBBRAIO PARTITA OLIMPIA MILANO - NAPOLI (72 - 77)

I sogni volte si avverano, ma questa vittoria della Gevi Napoli è qualcosa che va oltre il sogno. Alzi la mano chi pensava che Napoli potesse vincere la finale di Coppa Italia, contro per altro una corazzata come Milano. A volte invece la realtà va oltre ogni sogno. E’ stato un crescendo. Dalla vittoria contro Brescia al quarto di finale, Brescia che de settimane prima aveva passeggiato a Napoli, del resto parliamo della squadra che è la capolista della serie A. Sabato contro Reggio Emilia a metà più o meno del quarto quarto i partenopei erano sotto di dieci punti, per poi vincere al supplementare. E in finale contro l’Armani Milano, allenata da Ettore Messina, un tecnico che non ha bisogno di essere presentato neanche a chi il basket non lo conosce. Armani che il giorno prima aveva annichilito Venezia, 100 a 77. Venezia, per capirci, è una superpotenza del basket italiano, al momento quarta in classifica. In avvio di partita, Melli (20 punti, 8 rimbalzi e 24 di valutazione) realizza dall’angolo e con una schiacciata, ma Sokolowski (13 punti, 6 rimbalzi e 22 di valutazione) con un gioco da tre punti e i primi squilli di Zubcic (11 punti e 5 rimbalzi) ed Ennis (21 punti, 7 rimbalzi, 7 assist, 26 di valutazione) valgono il sorpasso sul 6-8. Successivamente, al di là di una coppia di liberi di Hall, Zubcic continua a scuotere la retina dalla distanza e soprattutto Ennis si incunea nella difesa avversaria e aggiorna il massimo vantaggio sul +7 (10-17). L’ingresso dalla panchina di Mirotic (19 punti e 4 rimbalzi) e Hines, in seguito, dà una bella spinta ai meneghini, Ennis e le uscite dai blocchi di Sokolowski cercano di replicare ma cinque punti consecutivi di Mirotic riavvicinano l’Olimpia sul -2 (19-21). Al termine del quarto, comunque sia, Ennis realizza un gran canestro dal palleggio e chiude un ottimo primo quarto della Generazione Vincente sul 19-24. Le folate di Pullen (14 punti) ed Ennis, in seguito, aggiornano il massimo vantaggio partenopeo sul +9, prima che due canestri ben costruiti per Mirotic e Melli e le accelerazioni di Napier (8 punti e 4 assist) rimettano in carreggiata l’EA7 Emporio Armani (26-28). Dopo un bel botta e risposta tra Napier e Brown, Ennis e Voigtmann (6 punti e 6 rimbalzi) si fanno sentire nel pitturato e Owens (10 punti e 7 rimbalzi) risponde al primo guizzo vincente di Shields (10 punti, 4 rimbalzi e 4 assist) per il 32-36. Una super bomba di Pullen, comunque sia, riaccende l’entusiasmo campano, due guizzi di Voigtmann in taglio rimettono Milano in scia sul -3 ma un taglio vincente di De Nicolao e una coppia di liberi firmata da Pullen (36-43 dopo 20’). Un volo di Owens e una super tripla di Zubcic aggiornano il massimo vantaggio campano sul +12, tre efficaci penetrazioni consecutive di Melli riaccendono i biancorossi e poi Ennis preme ancora sul pedale dell’acceleratore per il 42-50. Una bella tripla di Hall e una schiacciata di Melli riportano l’Olimpia a un solo possesso di distanza ma Owens e i liberi di Zubcic lasciano avanti la Generazione Vincente (49-56). Dopo due affondate di Shavon Shields, Jacob Pullen si mette in proprio con dei super canestri al ferro e poi una magia di Mirotic a fil di sirena chiude il quarto sul 53-60. In avvio dell’ultimo periodo, Mirotic schiaccia facile in contropiede, Napier combina bene con Melli e poi una folata di Sokolowski in contropiede scrive il 57-62 a tabellone sbloccando la Generazione Vincente. Dopo l’ennesima affondata di Melli, Brown dalla lunetta e in contropiede scrive di nuovo il +7 ma Napier con una bomba pesante tiene vivissima Milano (62-66 a 4’ dalla fine). A seguito di un volo sopra il ferro di Owens, Ennis realizza un gran palleggio arresto e tiro per il +8, Mirotic ribatte firmando la bomba del 65-70 a meno di 120” dalla fine e poi Napier innesca Shields per la gran tripla del 68-70 a poco più di un minuto dal termine. Brown fallisce un tiro da tre punti e Melli trova Shields in angolo per la super bomba del sorpasso ma Pullen è glaciale e con la stessa moneta risponde per il 71-73 a 13” dal termine. Una palla persa di Napier, in seguito, permette a Sokolowski dalla lunetta di firmare il +4 e poi Napier, segna un libero ma sbaglia il secondo senza toccare il ferro e non dando chance ai meneghini di provare a tirare per il pareggio. Finisce 72-77. Adesso vediamo cosa accadrà in città. Il capitano De Nicolao a nome dei suoi compagni sogna una festa simile a quella dello scorso maggio in occasione dello scudetto della squadra di calcio. E’ vero che questi ragazzi hanno dimostrato che i sogni possono diventare realtà. Ma questo sembra davvero impossibile. In ogni caso sarà festa grande. Erano 18 anni che mancava un simile trofeo a Napoli.

17 FEBBRAIO PARTITA REGGIO EMILIA - NAPOLI (78 - 87)

La Gevi Napoli è in finale di Coppa Italia. La squadra di Milicic, dopo aver superato nei quarti di finale la capolista del campionato di serie A Germani Brescia, batte in semifinale la UnaHotels Reggio Emilia per 78-87 dopo un supplementare. Una partita sempre indietro, basti pensare che la prima volta in cui i partenopei sono stati avanti nel punteggio, sul 78 a 76 è stato nel supplementare, Nel quarto quarto la Gevi ad un certo punto è andata sotto di 11 punti. Ma non si è mai arresa. Grande tensione in avvio di gara. Sono di Vitali ai liberi i primi punti della partita. Napoli, dopo aver sbagliato cinque tiri consecutivi da tre, trova i primi punti con Zubcic in lunetta dopo tre minuti. Reggio Emilia vola 9-2, e Milicic è costretto al time out. La Gevi Napoli con Brown trova il primo canestro su azione dopo 5 minuti. La schiacciata di Owens, e tre liberi di Pullen, riportano gli azzurri a meno 1. Ma Reggio Emilia con due bombe, e due liberi si riporta a più 9 sul punteggio di 19-10. Il primo quarto si chiude 24-14 per la UnaHotels. Inizia forte il secondo quarto Napoli con un parziale 5-0 firmato Zubcic e Pullen. Smith è preciso dalla distanza, ma Owens e Zubcic consentono alla Gevi di restare a metà secondo periodo, a meno 6 sul 30-24. Si sbaglia molto da una parte e dall’altra. Sokolowski trova i suoi primi due punti, ma Vitali da tre replica immediatamente. Quattro liberi di Pullen e Sokolowski, ed un canestro di Brown, riportano la Gevi a meno 1 sul 33-32. Equilibrio fino alla sirena dell’intervallo lungo, ed al riposo la Gevi Napoli è sotto nel punteggio 41-39. In avvio del terzo tempo Sokolowski trova il canestro del pareggio 41-41. Ma Reggio Emilia replica con un parziale di 8-0, ed a metà tempo va sul 49-41. Si segna pochissimo. Brown ritrova il canestro da distanza siderale, ma un ispirato Chillo replica immediatamente. Pullen, Brown, ed una bomba di Lever riportano Napoli a meno 2 ad un minuto dalla fine. Il canestro di Vitali consente alla UnaHotels di riportarsi avanti di 5 a fine terzo quarto sul 58-53. E’ di Sokolowski il primo canestro dell’ultimo e decisivo quarto della gara. Gli arbitri fischiano un fiscale tecnico a coach Milicic. Chillo con 12 punti realizzati, Galloway, con la prima bomba realizzata, e Smith portano Reggio Emilia a più 11 con il massimo vantaggio sul 66-55 costringendo Milicic a chiamare time out. Si risveglia Ennis con 8 punti consecutivi. A quattro minuti dalla fine il punteggio è di 69-63 per Reggio Emilia. Il finale di partita è convulso. Ennis scatenato a due dal termine con un’azione da tre, riporta Napoli a meno 3 sul 71-68. Poi Ennis segna anche due liberi. A 90 secondi dalla fine è 71-70. Weber è preciso in lunetta riportando avanti di tre Reggio Emilia. Ma Sokolowski a 16 secondi dalla fine con una bomba clamorosa riporta in parità la Gevi Napoli sul 73-73. Galloway sbaglia ed è over-time. Il supplementare deciderà la finalista. Ma Reggio E Il finale è tutto tinto di azzurro. Napoli controlla il vantaggio e si aggiudica la gara 78-87. Napoli sarà in finale di Coppa Italia dopo 18 anni Pullen ancora una volta è stato il miglior marcatore della gara, 21 i suoi punti. In doppia cifra anche Ennis 18 punti, Brown 16, e 15 per Sokolowski. Zubcic 8, Ennis 18, Pullen 21, De Nicolao. Owens 6, Lever, Sokolowski 15, Brown16 , Dut Mabor, Ebeling n.e, Bamba n.e, Sinagra n.e.

11 FEBBRAIO PARTITA CREMONA - NAPOLI (90 - 83)

La Ge.Vi. esce sconfitta dal Palasport Mario Radi di Cremona. Una partita che sembrava essere all’inizio alla portata dei partenopei. Ma che solo nel terzo quarto sono riusciti ad imporre il proprio gioco. Negli altri due quarti, soprattutto nel secondo e nel quarto i napoletani non sono stati all’altezza dei padroni di casa. Primo quarto equilibrato, chiusosi con i padroni di casa avanti di 2 punti, 20 a 18. Nel secondo quarto il primo break per la squadra di Cremona. Cinque punti consecutivi di Cremona con Eboua aprono il quarto. Dopo tre minuti Brown trova il primo canestro per la Gevi Napoli, che con Zubcic e Sokolovski si riporta a -2 sul punteggio di 28-26. Un parziale di 6-0 della Vanoli consente a Cremona di andare avanti con il massimo vantaggio +8 a metà della seconda frazione di gioco. A due minuti e mezzo dall’intervallo lungo Milicic è costretto a chiamare ancora time out con la Vanoli avanti di 9 sul punteggio di 40-31. La Gevi Napoli è imprecisa e non riesce ad accorciare le distanze andando al riposo in svantaggio sul punteggio di 46-36. Sembrava finita, ma al ritorno dall’intervallo lungo i napoletani prendono il controllo della partita. I dieci punti di vantaggio della Vanoli sono annullati. Il parziale di 29 a 19 porta le due squadre in parità. Ma quando tutto sembra propendere per una vittoria partenopea, la luce di spegne nuovamente. Il quarto quarto è decisamente di marca cremonese, che chiudono con un parziale di 25 a 18, dando la vittoria ai padroni di casa per 90 a 83. Adesso il campionato si ferma. Da giovedì si sono le final eight di Coppa Italia. La Gevi ci sarà, giocherà il suo quarto di finale contro Brescia. Una partita sulla carta difficilissima. Ma è già un onore essere a questo show del basket italiano.

03 FEBBRAIO PARTITA NAPOLI - BRESCIA (83 - 104)

La Generazione Vincente Napoli Basket non riesce a fermare la capolista Germani Brescia che si impone al Fruit Village Arena Palabarbuto con il punteggio finale di 83-104. La partita in pratica si è decisa nel primo quarto, con la Germani che ha chiuso con 18 punti di vantaggio sulla Gevi. 30-12 il primo parziale che considerando anche il valore degli avversari ha difatto chiuso la partita immediatamente. Non cambia l'andamento della partita in avvio della seconda frazione di gioco. Sokolowski prova a reagire realizzando 5 punti consecutivi con la Gevi che che si riporta sul 20-36 ma la Germani respinge ogni tentativo di rimonta della formazione di Milicic e si riporta a +21 a due minuti dalla fine del secondo tempo. Nonostante 6 punti consecutivi di Ennis, la Germani Brescia va all'intervallo lungo con il massimo vantaggio di +26 con il punteggio di 28-54. A questo punto è chiaro che la partita è compromessa. Ma la Ge. Vi ha il merito di non mollare. Magari saranno stati pure gli ospiti a rallentare, a mollare la presa. Sta di fatto che pur non essendo mai stata in partita i partenopei hanno limitato i danni. Soprattutto nel terzo quarto, chiuso 25 a 18 per i padroni di casa. Questo il tabellino Ge. Vi: Tabellino: Ennis 17, Sokolowski 15, Brown 13, Zubcic 12, Owens 8, De Nicolao 8, Pullen 6, Lever 2, Sinagra 2, Bamba ne, Mabor ne, Ebeling ne. La Ge.Vi. tornerà in campo domenica prossima, a Cremona, prima di dedicarsi alla final four di Coppa Italia.

28 GENNAIO PARTITA BOLOGNA - NAPOLI (101 - 89)

Si interrompe la striscia vincente: la Generazione Vincente Napoli Basket, alla fine di un incontro disputato con grande intensità, e lottando per tutta la partita, cede alla Segafredo Arena alla Virtus Bologna. Inizia forte la squadra padrona di casa che in avvio piazza un parziale di 12-3. Prova a reagire la Gevi Napoli che riduce a 7 le lunghezze di svantaggio a metà quarto. Ma grazie ad un ispirato Cordinier la Virtus Bologna chiude il primo periodo in vantaggio 34-25. Non cambia l’andamento della gara all’inizio del secondo periodo con la Virtus Bologna che resta avanti allungando anche a +10. Reazione veemente degli azzurri che con Brown ispiratissimo, e l’apporto di Lever, riesce ad agganciare la Virtus sul 44-44 a tre minuti dalla fine del secondo tempo. La partita torna in equilibrio, ma nel finale Belinelli, ed il solito Cordinier riportano avanti Bologna che all’intervallo lungo chiude sul 55-48. Allunga decisamente in avvio della terza frazione di gioco la Virtus Bologna che a metà periodo raggiunge il vantaggio di ben 14 lunghezze sul punteggio di 70-56. Non demorde però la Gevi che riesce ad un minuto dalla fine del tempo a tornare a sole 6 lunghezze di distacco sul 77-71. La bomba di Pullen regala agli azzurri il meno 5 a fine terzo quarto 79-74. Accelera la Virtus Bologna in avvio dell’ultimo e decisivo quarto di gioco grazie al ritrovato Lundberg, ricacciando gli azzurri a meno 15 a metà tempo sul 94-79. Nel finale di gara Bologna controlla il vantaggio, e chiude la partita vittoriosamente con il punteggio finale di 101-89.

21 GENNAIO PARTITA BRINDISI - NAPOLI (77 - 80)

La Generazione Vincente Napoli Basket, alla fine di un incontro incredibile e ricco di emozioni disputato con grande intensità, sbanca il Pala Pentassuglia battendo la Happy Casa Brindisi, nella seconda giornata del girone di ritorno del campionato di serie A. La Gevi era partita male. Nel primo quarto i pugliesi hanno chiuso 4 punti avanti. Nel secondo quarto la Gevi entra in partita. Ad un certo punto è avanti anche di 4punti. Poi un black out permette ai pugliesi un parziale di 7-0, ed alla fine del primo tempo la Gevi è sotto di tre punti. Nel terzo tempo Napoli ha un exploit che porta i ragazzi della Gevi aventi di 7 punti. :a come detto il finale è stato al cardiopalma. In avvio dell'ultima frazione di gioco la mano di Sokolowski è ancora torrida, ma Brindisi ritrova la vena realizzatrice di Morris. Le bombe di Zubcic e Pullen riportano la Gevi Napoli con 5 punti di vantaggio. L'atmosfera al PalaPentassuglia è caldissima. Brindisi prova a reagire, ma la Gevi a quattro minuti dalla fine con Brown raggiunge il massimo vantaggio più 7 sul 64-71. Brindisi non muore mai, e si riporta in parità con il contro break 7-0 a due minuti dalla fine. Ennis riporta avanti Napoli, ma Bartley con un'incredibile bomba riporta Brindisi avanti di uno. Ancora un immenso Ennis effettua il controsorpasso. Il finale è al cardiopalma. Bartley decisivo in lunetta riporta Brindisi in vantaggio di due punti a 22 secondi dalla fine. L'ultima azione in attacco della Gevi è da infarto. Pullen da distanza siderale segna da tre. Gli azzurri sono avanti a 13 secondi dalla fine. Brown recupera l'ultimo pallone, Pullen segna e la Gevi Napoli porta a casa la vittoria con il punteggio di finale di 77-80. Tabellino: Pullen 20, Ennis 19, Sokolowski 17, Zubcic 10, Brown 8, Lever 4, Owens 2.

14 GENNAIO PARTITA NAPOLI - PESARO (93 - 75)

Dopo 4 sconfitte consecutive arrivate quando la squadra aveva conquistato il primo posto in classifica, arriva la seconda vittoria di fila. Dopo essere andati a vincere in casa della capolista i ragazzi della Ge.Vi. hanno faticato solo nel primo quarto contro Pesaro. Poi a suon di bombe da tre punti hanno preso il largo. Nella prima parte del secondo quarto la Generazione Vincente, grazie ad Ennis ed Owens ed una splendida penetrazione di De Nicolao, trova il massimo vantaggio più 7 con il punteggio di 36-29. Gli azzurri allungano ritrovando la bomba Zubcic a due minuti dalla fine del periodo, e volano a più 16, andando poi all'intervallo lungo in vantaggio con il punteggio di 47-33. Il vantaggio è dilatato nel terzo quarto, chiusosi sul +20, 69 per Napoli, 49 per Pesaro. Nell'ultima frazione di gioco la Generazione Vincente Napoli Basket resta in pieno controllo del match gestendo il vantaggio e con le bombe di Pullen e Zubcic tocca il +28 a metà periodo. Milicic per il finale lascia spazio a Bamba, Dut Mabor, Ebeling e Saccoccia che trova anche i due punti portando il vantaggio a più 30. Il tripudio della Fruit Village Arena saluta il terzo successo consecutivo della Generazione Vincente Napoli Basket che chiude la gara con il punteggio finale di 93-75. Una vittoria larga, conquistata davanti alla Coppa Italia, che nella giornata era presente al palazzetto napoletano. Ricordiamo che la Ge.Vi. ha conquistato il diritto di partecipare alla final eight della manifestazione tricolore. Questo il tabellino della Ge.Vi. : Pullen 15, Zubcic 11, Ennis 13, De Nicolao 7, Owens 9, Brown 17, Sokolowski 5, Lever 13, Bamba, Mabor 1, Saccoccia 2, Ebeling.

07 GENNAIO PARTITA VENEZIA - NAPOLI (81 - 89)

La crisi è alle spalle? Lo vedremo, sta di fatto che la Gevi Napoli vince la seconda gara consecutiva, dopo 4 sconfitte di fila. Forse aveva dato alla testa il primo posto in classifica Adesso tutto sembra passato. A Venezia una grande vittoria, in casa della capolista sinora imbattuta nel palazzetto di casa. La squadra di Milicic con il successo ottenuto al termine di una gara splendida, raggiunge il settimo posto in classifica e festeggia l’accesso alla Final Eight Frecciarossa Coppa Italia 2024, che si disputerà al PalaOlimpico di Torino da 14 al 18 Febbraio, dove affronterà nei quarti di finale la Germani Brescia. Non accadeva dalla stagione 2006/2007. Parte fortissimo la Gevi Napoli che a metà primo quarto, con 5 bombe realizzate da Zubcic, Sokolowoski e Brown vola a più 8 costringendo la Reyer al primo time out. Pullen si unisce al festival nel tiro da tre degli azzurri, e segna la settima bomba del primo quarto. Lever si iscrive a referto, e la Gevi Napoli sale a più 10. Il primo quarto che si chiude con gli azzurri avanti 21-29. Sokolowski ispiratissimo con 12 punti realizzati in apertura del secondo quarto, porta nuovamente la Gevi Napoli al massimo vantaggio più 10. Non si fa attendere la risposta della Reyer Venezia che con un break di 9-0 targato dall’ex Jordan Parks, si riavvicina a meno 1 a quattro minuti dalla fine del secondo quarto. Sokolowski straripante segna altre due bombe riportando gli azzurri a più 6, e raggiungendo 20 punti personali. Venezia replica con un parziale 7-0, e la Gevi Napoli va all’intervallo lungo sotto di una lunghezza 47-46, dopo essere sempre stata avanti nel punteggio. Grande equilibrio anche nel terzo quarto. Break e contro-break tra le due squadre con Venezia che si porta a più 5, prima di subire la reazione di Napoli che piazza un parziale 0-7 firmato da Ennis, Owens e Zubcic. Ancora 5-0 di Venezia con l’ottimo nuovo acquisto Kagenbele, ma nel finale di terzo quarto si scatena Pullen che porta Napoli a più 4 con sette punti consecutivi realizzati. La bomba finale di Brown Jr riporta la Reyer a meno 1. Il finale del terzo periodo vede Napoli avanti 67-68. In avvio dell’ultima frazione di gioco la mano di Pullen è ancora torrida, e riporta la Gevi Napoli con sei punti di vantaggio. Venezia prova a reagire con un indomito Tessitori, ma Owens sotto le plance è semplicemente sontuoso. Zubcic da tre riporta Napoli a più 6 a due minuti dalla fine. La squadra di Milicic gestisce con saggezza il finale, e  porta a casa la vittoria con il punteggio di finale di 81-89. Sokolowski è stato il miglior realizzatore della Generazione Vincente Napoli Basket con 22 punti, ma cinque giocatori della Gevi Napoli hanno finito l’incontro in doppia cifra. Tabellino:
Ennis 4, Pullen 19, Owens 15, Zubcic 17, De Nicolao, Sokolowski 22, Lever 2, Brown 10, Mabor, Ebeling, Sinagra n.e., Bamba n.e.

30 DICEMBRE PARTITA NAPOLI - TORTONA (81 - 76)

Finisce la maledizione dopo essere stati per una settimana in testa alla classifica. Dopo 4 sconfitte consecutive la Gevi Napoli torna al successo. Lo fa battendo tra le mura di casa Tortona. Sulla carta avrebbe dovuto essere un impegno alla portata dei ragazzi di Coach Igor Milicic. Alla fine la vittoria è arrivata al termine di una gara emozionante, con un continuo alternarsi in avanti delle sue squadre. Break e controbreak tra le due formazioni nella prima frazione di gioco con la Generazione Vincente Napoli Basket che con un parziale finale di 6-0 chiude avanti di una lunghezza il primo periodo 16-15. Cambia marcia in avvio del secondo tempo Tortona che piazza un parziale di 2-12 portandosi a più 9. Prova a rientrare nel finale la squadra di Milicic con Owens autore di 13 punti, ma riesce a ridurre a sole tre lunghezze il suo svantaggio. All’intervallo lungo Tortona conduce 35-32. Nella terza frazione di gioco Tortona controlla il vantaggio, e si riporta a più 8. Sokolowski e Zubcic realizzano da tre, ed accorciano le distanze. A tre minuti dalla fine la Generazione Vincente Napoli Basket effettua il sorpasso con Zubcic letteralmente scatenato. La Generazione Vincente Napoli Basket con le penetrazioni di Ennis dilaga nel finale di tempo e chiude la terza frazione in vantaggio di 10 punti. Nell’ultimo e  decisivo tempo la Gevi Napoli arriva al massimo vantaggio +14 con Pullen ispiratissimo, ma Tortona resta attaccata al match grazie alle bombe di Baldasso e Strautins riportandosi a -8. La squadra di Milicic tenta di controllare la partita nel finale, ma Tortona non molla mai, ed a un minuto dalla sirena finale con le bombe di Moss e Candi si riporta a meno 4. Moss realizza ancora da tre portando Tortona ad una sola lunghezza di distacco. I liberi realizzati da Zubcic, e la penetrazione decisiva di Ennis regalano la meritata vittoria alla Gevi Napoli che torna al successo dopo quattro gare. Tabellino: Ennis 9, Pullen 16, Owens 13, Zubcic 19, De Nicolao , Brown 16,Sokolowski 8, Lever , Mabor, Saccoccia, Ebeling n.e, Bamba n.e.

23 DICEMBRE PARTITA TRENTINO - NAPOLI (101 - 94)

La Generazione Vincente Napoli Basket, nonostante le assenze degli infortunati Jaworski ed Ebeling, lotta fino alla fine, ma cede alla Dolomiti Energia Trentino nella tredicesima giornata del campionato di serie A. Non si interrompe purtroppo la striscia negativa della squadra di coach Milicic, che ha pagato a caro prezzo le rotazioni limitate in panchina, e la clamorosa percentuale quasi del 50% nel tiro da tre di Trento. Parte forte Trento con Hubb autore di otto punti, ed a metà primo quarto la Dolomiti Energia allunga a più 7 sul punteggio di 15-8. Zubcic non si sblocca, ma Ennis, Owens e Lever regalano alla Gevi, con un parziale di 8-0, la parità prima del canestro finale di Trento realizzato sulla sirena del primo quarto che si chiude 20-18. Ennis ispiratissimo, tiene in partita la Gevi Napoli ad inizio secondo tempo con le sue splendide penetrazioni, ma Trento allunga nuovamente a più 7. Trova dopo tre minuti del secondo tempo il primo canestro da tre la Gevi Napoli con Zubcic, ma Trento a metà tempo raggiunge il più 9. Nonostante Ennis provi a tenere a galla gli azzurri ,Trento ispiratissima dalla distanza, con un parziale 10-0 si porta a più 17. La Gevi Napoli va all’intervallo lungo sotto di 16 punti con il parziale di 55-39. Da questo momento inizia un’altra partita, con la Gevi che ci prova fino alla fine, ma Trento porta a casa la vittoria con il punteggio di 101-94.

17 DICEMBRE PARTITA SCAFATI - NAPOLI (91 - 85)

Sembra che ci sia una maledizione: dal momento in cui la Gevi ha conquistato la testa della classifica non ha avuto più bene. E’ la terza sconfitta di fila. Una sconfitta nel derby con la Givova Scafati, reduce a sua volta da quattro sconfitte consecutive. Una sconfitta se vogliamo imprevista, maturata soprattutto nel primo quarto. 91 a 85 il risultato finale di una partita che ha visto i padroni di casa praticamente sempre avanti. Più 9 alla fine del primo quarto. Nel secondo quarto Napoli ha provato a farsi sotto, riducendo il gap a 5 punti. Sembrava essere stata trovata la via giusta per arrivare a giocarsi alla pari la partita della parte finale. Ma il parziale del terzo quarto ha visto ancora Scafati aumentare il suo vantaggio, arrivando a più sette. 67-60 il risultato all’ultima sosta. In verità c’era ancora la possibilità di vincere purtroppo nel quarto tempo le cose non sono cambiate molto. E i minuti finali si sono risolti in una serie di tiri dalla lunetta dei padroni di casa che hanno tenuto testa al tentativo di rimonta della Gevi. Una sconfitta imprevista, che va ad intaccare una buona partenza. Una sconfitta maturata nei primi dieci minuti, figli di una partenza difficile, come spesso capita ultimamente. C’è qualcosa da rivedere negli approcci alle sfide. Tabellino: Pullen 9, Zubcic 13 , Ennis 19, De Nicolao 2, Jaworski 13 , Owens 8 , Sokolowski 16, Ebeling 5, Lever , Mabor n.e, Bamba n.e., Saccoccia n.e.

10 DICEMBRE PARTITA NAPOLI - REGGIO EMILIA (87 - 89)

Seconda sconfitta consecutiva per la Generazione Vincente Napoli Basket che esce battuta di misura dal Fruit Village Arena dalla UnaHotels Reggio Emilia con il punteggio di 87-89. Alla squadra di coach Milicic, sempre sotto nel punteggio per tutta la gara, non riesce la rimonta finale per portare la partita all’over time. Sokolowski sbaglia i liberi decisivi a due secondi dalla sirena e Reggio Emilia vince una sfida durissima. Parte molto bene la UnaHotels Reggio Emilia che piazza un parziale 7-0. La squadra di coach Milicic è imprecisa al tiro, e soffre la difesa forte di Reggio Emilia che chiude il primo quarto avanti di 13 lunghezze 18-31 non sbagliando praticamente nulla. Nella seconda frazione di gioco la Gevi Napoli reagisce, ed a metà tempo arriva ad accorciare a meno cinque lo svantaggio grazie a 5 punti di Lever, ed una bomba di Owens. La Generazione Vincente Napoli Basket difende meglio, ed Owens ispiratissimo, riporta in partita gli azzurri. Reggio Emilia comunque resiste all’intervallo lungo, e chiude avanti di sei lunghezze. Perfetto equilibrio nella terza frazione di gioco. Nell’ultimo tempo Reggio Emilia prova ad andar via definitivamente, ma la Generazione Vincente non molla mai. La tensione sale nel finale incandescente con alcune decisioni arbitrali contestate. Napoli ha molte volte la palla per riportarsi in parità, ma non riesce la rimonta finale nonostante lo sforzo con Sokolowski che fallisce i tiri liberi finali. Tabellino: Pullen 2, Zubcic 19, Ennis 14, De Nicolao 12, Jaworski 9, Owens 17, Sokolowski 3, Ebeling, Lever 11, Mabor n.e, Bamba n.e., Saccoccia n.e.

02 DICEMBRE PARTITA PISTOIA - NAPOLI (81 - 76)

Il sogno di restare, sia pure per una sola notte, soli in testa alla classifica ha un brusco risveglio per i ragazzi del Napoli Basket. Si interrompe la striscia positiva di quattro vittorie la Generazione Vincente Napoli Basket, che esce sconfitta dal PalaCarrara nell’anticipo della decima giornata del campionato di serie A. La neo promossa Estra Pistoia si impone con il finale di 81-76 al termine di una partita giocata sottotono dalla squadra di Coach Milicic. Parte molto bene la Generazione Vincente Napoli Basket con un ispirato Ennis che realizza subito sei punti. Reagisce la Estra Pistoia che, sempre sotto nel punteggio, effettua il sorpasso a due minuti dal termine del primo quarto, ma l’ingresso di Lever, con 5 punti realizzati nel finale, consente alla Gevi Napoli di chiudere il primo tempo in vantaggio di due punti. Lever ancora illuminato apre la seconda frazione con una bomba. Allunga all’inizio della seconda frazione di gioco la Gevi Napoli che arriva anche a più 8 con Lever ispiratissimo. Ma Pistoia non demorde ritrovando il tiro da tre, che gli consente di  accorciare le distanze fino ad arrivare un solo punto di svantaggio all’intervallo lungo. Nel terzo quarto Pistoia resta attaccata in partita, ed effettuata un altro sorpasso portandosi a più 4. Nella Generazione Vincente Napoli Basket si scatena letteralmente Owens che riporta avanti di 8 lunghezze la squadra di Milicic. Un canestro quasi da metà campo realizzato da Della Rosa sulla sirena fa chiudere la terza frazione con la Gevi Napoli avanti di 5 punti. La gara si decide nell’ultima frazione di gioco. Lo scatenato Della Rosa trova altre due bombe pesantissime. Pullen replica, ma poi la Gevi Napoli perde lucidità al tiro, e Pistoia allunga a più 10. Nel finale gli azzurri provano la clamorosa rimonta, ma l’Estra Pistoia difende il suo vantaggio e porta la vittoria a casa. Tabellino:
Pullen 12, Zubcic 12, Ennis 10, De Nicolao, Jaworski 4, Owens 19, Sokolowski 7, Ebeling n.e., Lever 12, Mabor n.e, Bamba n.e. Sinagra n.e.

26 NOVEMBRE PARTITA NAPOLI - CREMONA (80 - 70)

All’inizio stagione qualcuno pensava che la Gevi Napoli potesse essere competitiva ai massimi livelli. Ma onestamente era difficile anche solo sognare quello che sta accadendo. Quarta vittoria consecutiva per la Generazione Vincente Napoli che supera alla fine di una partita sofferta la Vanoli Basket Cremona con il punteggio di 80-70, ed approfittando della concomitante sconfitta della Virtus Segafredo Bologna, si porta in testa alla classifica della Serie A in condominio con Bologna, Venezia e Brescia. Magari la cosa, speriamo di no, durerà lo spazio di una settimana, in ogni caso la classifica dopo 9 giornata dice che i napoletani sono in testa, sia pure in condominio con altre tre squadre. Non è stata una partita semplice, risolta solo nel quarto tempo. Parte molto bene la Vanoli che approfittando di alcuni insoliti errori di precisione degli azzurri chiude il primo quarto avanti di 6 lunghezze 12-18. Non cambia la scena all’inizio della seconda frazione dove Cremona arriva anche a più 11. Solo nel finale la squadra di Milicic si risveglia, e con le bombe di Sokolowski e Pullen rientra in partita con un parziale di 10 a 0 che consente agli azzurri di andare all’intervallo lungo avanti di un punto grazie alla bomba di Jaworski sulla sirena. Ancora molto equilibrio nel terzo quarto con la squadra di Milicic che allunga a più 8, ma viene prontamente ripresa da un’indomita Cremona. La partita si decide nell’ultima frazione di gioco dove Pullen e Zubcic, insieme all’ispirato Sokolowski, allungano decisamente e chiudono la partita avanti di 10 lunghezze per la gioia dei quattromila del Fruit Village Arena Palabarbuto Tabellino Gevi Napoli Basket
Pullen 24, Zubcic 23, Owens 6, Sokolowski 9, Ennis 10, Lever 4, De Nicolao 2, Mabor, Ebeling n.e, Jaworski 8, Saccoccia n.e, Bamba n.e.

19 NOVEMBRE PARTITA TREVISO - NAPOLI (76 - 79)

Splendida e sofferta affermazione della Generazione Vincente Napoli Basket nella ottava giornata di Serie A. La squadra di coach Milicic vince la terza gara consecutiva in campionato superando in trasferta la Nutribullet Treviso. La Generazione Vincente Napoli Basket raccoglie così la sesta vittoria in campionato, raggiungendo quota 12 punti in classifica. Una partita resa difficile da un terzo tempo choc, ma che alla fine premia la squadra migliore. Parte molto bene la Nutribullet Treviso che piazza un parziale di 6-0. Sono di Sokolowski i primi punti della Gevi Napoli dopo due minuti di gioco. Si scaldano Lever, Zubcic e Pullen che confezionano per la Gevi Napoli un clamoroso parziale di 20-4, e consentono agli azzurri di chiudere avanti il primo quarto di 10 lunghezze. Nel secondo tempo gli azzurri con la sapiente regia di Ennis, con un ispirato Pullen, e con un solido Sokolowski mantengono il vantaggio quasi inalterato e vanno all’intervallo lungo avanti di nove punti. Nella terza frazione di gioco la Gevi Napoli ha un vero e proprio black out. La Nutribullet Treviso ritrova fiducia e coraggio, e chiude avanti di 5 punti, con un clamoroso parziale di 28-14. Grande reazione della Gevi Napoli nell’ultimo quarto. Gli azzurri tornano a difendere forte, ritrovano il tiro da tre con Jaworski e Pullen, ed Owens, nonostante i quattro falli, segna punti pesantissimi. La bomba di Zubcic nel finale, ed i liberi decisivi di Pullen, regalano alla Generazione Vincente la sesta vittoria in campionato anche per la gioia dei tifosi presenti al PalaVerde di Treviso. Tabellino: Pullen 19, Zubcic 18, Ennis 10, De Nicolao, Jaworski 8, Owens 6, Sokolowski 11, Ebeling, Lever 7

11 NOVEMBRE PARTITA NAPOLI - VARESE (97 - 96)

Vince la Gevi contro Varese. Una vittoria meritata, ma terribilmente faticata. Alla fine un solo punto divide le due rivali, il che la dice lunga sull’equilibrio della partita. Decisivo Puellen autore di ben 33 punti. Determinanti i suoi canestri nel quarto tempo. La squadra di coach Milicic vince la quinta gara della stagione superando la Pallacanestro Varese, e raggiunge quota 10 punti in classifica. Parte molto bene la squadra di coach Milicic che nei primi minuti piazza un break 8-0. Rientra Varese, ma nel finale del primo quarto gli azzurri chiudono in vantaggio di 4 punti 22-18. Accelera nel secondo tempo la Gevi Napoli Basket che piazza un parziale importante con Owens e Zubcic andando avanti più 8. Ma non demorde Varese che accorcia decisamente lo svantaggio, effettua il sorpasso, ed ispirata nel tiro da tre, va all'intervallo lungo in vantaggio di 4 punti. La partita resta in equilibrio nella terza frazione chiusa con Varese ancora avanti di tre punti. La svolta nell'ultimo e decisivo quarto con Pullen letteralmente scatenato che infila tre bombe consecutive effettuando il sorpasso, e portando avanti la Gevi Napoli di 8 lunghezze. Varese non si arrende, ma i canestri decisivi ancora di uno scatenato Pullen miglior realizzatore con 33 punti regalano agli azzurri una importante vittoria. Questo il tabellino della squadra partenopea: Pullen 33, Zubcic 24, Owens 15, Sokolowski 12, Ennis 7, Lever 4, De Nicolao 2.

04 NOVEMBRE PARTITA PESARO - NAPOLI (77 - 97)

Pesaro non è Bologna, e la Gevi Napoli Basket riprende il suo cammino vincente: 20 punti di scarto, 97-77 il finale. E’ la quarta vittoria in sei partite per la squadra napoletana. Che dimentica in fretta la sconfitta con la Segafredo, e torna a vincere. Vince quasi in scioltezza una gara tutt’altro che semplice. A parte la grande tradizione del basket a Pesaro, Jaworski e compagni dovevano dare una risposta importante sul carattere del gruppo. Risposta esaltante. Parte molto bene la Gevi Napoli che non sbaglia nulla nei primi minuti portandosi avanti 15-8. Un black out degli azzurri nel finale del primo quarto, con un parziale subito di 17-4, consente a Pesaro di chiudere avanti di 5 punti il primo tempo. Letteralmente trasformata la Gevi Napoli Basket nel secondo periodo che piazza un clamoroso parziale di 17-0 con Jaworski e Owens molto ispirati, e va all'intervallo lungo in vantaggio di 10 punti. Si è in pratica ripetuto quanto accaduto lunedì, quando Bologna vinse la sua partita con un pazzesco secondo quarto. Stavolta però è stata Napoli a fare la parte del leone. Nella terza frazione di gioco, dopo un tentativo di rientro di Pesaro, ci pensano ancora le bombe di Jaworski e Zubcic, e le penetrazioni di Ennis e Pullen a consentire alla Gevi Napoli di chiudere avanti di 16 punti il terzo tempo. Nell'ultimo quarto la formazione di Milicic continua a dare spettacolo con la migliore prestazione stagionale di Jaworski, e dilaga chiudendo vittoriosamente la gara con 20 punti di vantaggio. Tabellino: Jaworski 25, Owens 16, Zubcic 15, Ennis 13, Pullen 13, Sokolowski 11, Lever 2, Biar 2, De Nicolao, Sinagra, Bamba, Ebeling.

30 OTTOBRE PARTITA NAPOLI - BOLOGNA (75 - 88)

La Gevi Basket Napoli crolla in casa contro la Segafredo Bologna. Squadra, quella emiliana, decisamente superiore al Brindisi battuto la settima scorsa. Una partita che è durata meno di un tempo e mezzo. Il tempo per gli ospiti, nel secondo quarto, di dilagare. La partita si è decisa in questo frangente. Il primo quarto si era chiuso con gli ospiti avanti di un punto, 23 a 22. Un equilibrio evidente. Ma i più attenti avevano già capito come stavano le cose. Perché se è vero come è vero che il punteggio era in equilibrio, non possiamo dimenticare che Napoli era partita benissimo, arrivando ad avere anche un vantaggio di 7 punti. Ma da quel momento in poi non c’è stata più partita. Napoli, che nel primo quarto aveva segnato 22 punti, nei successivi dieci minuti di punti ne ha segnati appena 6, laddove Bologna ha segnato anche in questo tempo 23 punti. Chiaro che i felsinei hanno difeso bene, ma è altrettanto chiaro che Napoli ha attaccato malissimo. Poi le cose sono tornate alla normalità. Nel terzo tempo il parziale è stato ancora favorevole al Bologna, ma di appena un punto. Nel quarto ed ultimo tempo, a risultato sostanzialmente deciso, la Gevi ha fatto molto meglio, 27-21. Bologna mantiene la testa della classifica a punteggio pieno. Ha dimostrato di essere superiore. Certo resta particolare che la Gevi abbia sbagliato completamente un quarto: 22-23, 6-23, 20-21, 27-21, questi i parziali. Se non ci fesse stata la disfatta del secondo quarto Napoli avrebbe vinto. Ovviamente non è così: la Segafredo ha mollato la presa dopo aver messo un distacco siderale. Fosse stato necessario avrebbe giocato meglio a seconda metà della partita. Ma resta un mistero il crollo in quei dieci minuti.

22 OTTOBRE PARTITA NAPOLI - BRINDISI (90 - 71)

Vince in scioltezza la Gevi contro Brindisi. Una gara delicata dopo la prima sconfitta a Brescia. E’ vero che contro i partenopei c’era una squadra che sin qui ha sempre perso. In ogni caso si trattava di una gara delicata. E si è visto subito. Nella primissima azione della gara, una trentina di secondi, ci sono state addirittura 4 conclusioni a canestro, tutte dall’arco dei tre punti. Tutte conclusioni sbagliate, il segno di un evidente nervosismo. In verità poi è bastata metà del primo quarto per mettere le cose a posto. Decisive un paio di giocate difensive di Owens, una stoppata ed uno sfondamento provocato. La Gevi, grazie anche ad uno straordinario Zubcic, che ha messo a segno 11 punti dei primi 16 della squadra, ha preso in mano la partita, mollando solo un po’ nell’ultimo quarto. Ma la gara era già finita da tempo, coi tifosi pugliesi che hanno ammainato le bandiere e lasciato gli spalti poco dopo metà gara. 21-14 il parziale alla fine dei primi dieci minuti di partita. Nel secondo quarto la Gevi dilaga. . Sale in cattedra Ennis che con 6 punti e la sua regia consente alla Gevi Napoli di andare all'intervallo lungo di più 18, 47 a 29 il parziale all’intervallo. Gara chiusa, ammesso che sia sta mai in discussione. A metà del terzo tempo la squadra di coach Milicic sfonda addirittura il muro dei trenta punti. Per poi tirare un po’ i remi in barca. Spazio alle seconde linee, soprattutto è venuta meno la fame iniziale che aveva annientato i pugliesi. Il terzo parziale si è chiuso sul parziale di 72 a 45. Nel quarto finale ulteriore calo di concentrazione, ma la vittoria non è mai stata in discussione, Il finale, 90 a 71. Questo il tabellino: Pullen 11, Zubcic 24, Ennis 13, De Nicolao 5, Jaworski 9, Owens 4, Sokolowski 12, Ebeling, Lever 11, Mabor, Bamba, Saccoccia 1.